Nei viaggi in Egitto i turisti si dimenticano sempre di visitare questao posto: il segreto è stato svelato dai travel blogger.
L’Egitto è una terra ricca di misteri e meraviglie millenarie, dove ogni angolo racconta storie di un passato glorioso. Chi visita questo paese non può fare a meno di rimanere incantato davanti alle maestose piramidi, ai templi di Karnak e Luxor, o alla Valle dei Re. C’è un sito che pochi turisti conoscono e che, fino a pochi anni fa, celava un segreto straordinario. Si tratta di Gebel el-Silsila, un luogo incantevole situato lungo le rive del Nilo, a metà strada tra Edfu e Kom Ombo. Qui, un recente ritrovamento ha svelato un aspetto affascinante della storia egizia, finora nascosto.
Gebel el-Silsila è stato per secoli una cava di pietra calcarea e arenaria, da cui sono stati estratti i blocchi per costruire molti dei monumenti più celebri dell’Egitto antico. Nonostante la sua importanza storica, il sito è rimasto in gran parte ignorato dai turisti, attratti da mete più celebri. Ma è proprio in questo luogo, apparentemente anonimo, che si nasconde uno dei segreti più intriganti scoperti recentemente.
Nel 2015, un team di archeologi svedesi, guidato da Maria Nilsson e John Ward, ha fatto una scoperta eccezionale: un tempio sotterraneo risalente al Nuovo Regno, intatto e perfettamente conservato. Questo santuario, dedicato a Sobek, il dio coccodrillo, era nascosto sotto strati di sabbia e pietre, protetto dalle intemperie e dall’erosione per oltre tremila anni. Le pitture murali, ancora vivide nei colori, raffigurano scene di offerte e cerimonie in onore del dio, mentre le iscrizioni permettono di risalire al periodo preciso della costruzione, risalente al regno di Amenofi III.
Il tempio di Gebel el-Silsila ha sorpreso gli archeologi non solo per il suo stato di conservazione, ma anche per i dettagli delle decorazioni. Alcune iscrizioni menzionano riti religiosi che venivano svolti in segreto, lontano dagli occhi del popolo, indicando la presenza di culti misterici legati al dio Sobek. Questo aspetto ha spinto gli studiosi a ipotizzare che Gebel el-Silsila non fosse solo una cava, ma anche un importante centro religioso per alcuni sacerdoti dell’epoca, che operavano lontano dai principali centri del potere.
Ma c’è di più: la scoperta di questo tempio sotterraneo ha aperto la strada a nuove ipotesi sulle tecniche di costruzione e trasporto dei materiali nell’antico Egitto. Le iscrizioni trovate nel tempio forniscono dettagli inediti sulle pratiche ingegneristiche dell’epoca, rivelando che la pietra non veniva solo estratta e lavorata in loco, ma che esistevano sofisticati metodi per trasportarla lungo il Nilo, sfruttando le correnti e costruendo canali artificiali.
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