Tassa di soggiorno lievitata, viaggiare in questo luogo costerà un salasso: ecco perchè

In un paese la tassa di soggiorno è letteralmente lievitata, rendendo i viaggi più costosi. Ecco quanto costerà la Nuova Zelanda.

Tassa di soggiorno lievitata
Tassa di soggiorno lievitata

Visitare le bellezze della Nuova Zelanda costerà presto molto di più. Il Paese, infatti, ha preso una drastica decisione che graverà sui turisti intenzionata a scoprire le meraviglie che hanno reso famoso questo luogo unico. Per mettere piedi nella nazione bisognerà pagare quasi il triplo, rispetto a quanto si paga attualmente.

La tassa di soggiorno per entrare in Nuova Zelanda

Molti Paesi hanno deciso di imporre una tassa ai viaggiatori. È una somma pensata per promuovere il turismo, per migliorare le strutture, i trasporti e i servizi e quindi meglio far fronte al sovraffollamento turistico, una problematica che questa estate è emersa in tutta la sua gravità. Ha introdotto questa misura (in via sperimentale) anche Venezia, che dal 25 aprile a metà luglio ha fatto pagare un ticket da 5 euro ai visitatori che si recavano nella città lagunare.

La tassa d’ingresso è presente anche in Nuova Zelanda e a partire dall’1 ottobre costerà di più. Sarà addirittura triplicata. La International Visitor Conservation and Tourism Levy (IVL) passerà da 20 euro a 56 euro. Introdotta nel 2019, è destinata a coprire i costi della protezione ambientale in tutto il Paese.

Provvedimenti in nuova Zelanda
Provvedimenti in nuova Zelanda

Non solo: dal 1 ottobre entreranno in vigore anche prezzi più elevati per i visti turistici, che passeranno da 70 euro a 118 euro. Saranno esclusi dall’imposta solo gli australiani e i viaggiatori provenienti dalla maggior parte delle nazioni del Pacifico. Il prossimo step potrebbe essere aumentare le tariffe negli aeroporti regionali.

Preoccupazioni per il turismo

“Il turismo internazionale comporta anche dei costi per le comunità locali, tra cui una pressione aggiuntiva sulle infrastrutture regionali e costi di manutenzione e assistenza più elevati in tutta la nostra riserva naturale” ha affermato Matt Doocey, Ministro per l’ospitalità e il turismo della Nuova Zelanda, in una dichiarazione in cui annunciava la notizia che inevitabilmente ha sollevato polemiche.

Tourism Industry Aotearoa (TIA), un consorzio di professionisti del settore dei viaggi provenienti da tutto il paese, ha dimostrato la sua preoccupazione, sottolineando che Nuova Zelanda, sta ancora lottando per riprendersi dalle rigide chiusure delle frontiere imposte durante la pandemia di Covid-19 . L’associazione ha quindi criticato la decisione: “La ripresa del turismo in Nuova Zelanda sta rallentando rispetto al resto del mondo e questo danneggerà ulteriormente la nostra competitività globale” ha affermato il gruppo in una dichiarazione.

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