Spiagge e coste italiane, quali sono quelle messe peggio? Il rapporto di Legambiente

Quali sono le spiagge e le coste italiane che si trovano in una situazione più critica e preoccupante? Il recente rapporto di Legambiente offre una panoramica dettagliata.

Spiagge e coste italiane
Spiagge e coste italiane – foto: canva – ttiviaggi.it

Il Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente mette in luce una situazione allarmante per le coste italiane, sempre più esposte agli effetti dei cambiamenti climatici e a una gestione poco sostenibile del territorio. Gli eventi atmosferici estremi, come mareggiate, tempeste e alluvioni, stanno diventando più frequenti, aumentando i danni a infrastrutture, spiagge e zone costiere.

Spiagge e coste italiane, quali sono quelle messe peggio?

Dal 2010 al 2024, il numero di eventi meteorologici estremi che hanno colpito le coste italiane è stato di 816, con un’impennata significativa negli ultimi anni. Nel solo 2024, sono stati registrati 104 episodi, segnando un aumento del 14,6% rispetto all’anno precedente. Le regioni del sud Italia risultano essere le più colpite, con la Sicilia in testa, seguita da Puglia, Calabria e Campania. Tra le città, Bari è al primo posto per il numero di eventi estremi, seguita da Genova, Agrigento e Palermo.

Le alluvioni causate da forti piogge, trombe d’aria e mareggiate stanno provocando danni ingenti, compromettendo le infrastrutture costiere e le spiagge. La combinazione tra questi eventi e la gestione inadeguata delle coste sta accentuando il fenomeno dell’erosione e la distruzione di habitat naturali.

Spiaggia italiana
Spiaggia italiana – foto: canva – ttiviaggi.it

Proposte per la salvaguardia

Legambiente, oltre a denunciare la situazione attuale, offre soluzioni per proteggere e valorizzare le coste italiane. Una delle principali proposte riguarda l’attivazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che prevede la creazione di un Osservatorio Nazionale per monitorare e coordinare le azioni necessarie. Questo strumento dovrebbe coinvolgere vari settori, inclusi turismo e gestione del territorio, per contrastare l’impatto crescente degli eventi climatici estremi.

Inoltre, l’organizzazione critica l’approccio emergenziale utilizzato finora per affrontare i problemi costieri. Spesso si sono realizzati interventi invasivi e temporanei che non hanno risolto la situazione in modo duraturo. In alternativa, si suggerisce di adottare misure sostenibili, come il ripristino delle dune e delle zone umide, che funzionano come barriere naturali contro le inondazioni e favoriscono la conservazione della biodiversità.

Un’altra proposta fondamentale riguarda la lotta al consumo di suolo, con l’obiettivo di raggiungere il “consumo di suolo zero” entro il 2050, limitando ulteriori cementificazioni, soprattutto nelle aree a rischio idrogeologico. Questo passo potrebbe contribuire a rallentare il degrado costiero e a preservare gli ecosistemi marini e terrestri.

Infine, Legambiente richiama l’importanza di garantire l’accesso libero ad almeno metà delle spiagge italiane e di combattere la cementificazione abusiva. Solo attraverso una gestione più equa e sostenibile delle coste si potrà preservare l’integrità del territorio e promuovere un turismo responsabile.

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