Ecco una delle riserve più belle d’Italia, che fino a pochi anni fa era una cava abbandonata e non la conosceva nessuno.
In Italia le meraviglie naturalistiche non mancano di certo. Tanto che alcune sono passate inosservate per tantissimo tempo, come quella che oggi è considerata una delle riserve più belle del nostro Paese. Era una cava abbandonata, e oggi è una gemma rara nel forziere italiano, ecco di cosa si tratta.
Una delle riserve più belle d’Italia
Il nostro Paese è ricchissimo di splendori storici, culturali, architettonici e naturalistici, che sono disseminati a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale. Se alcuni hanno da sempre goduto dell’attenzione e delle visite non solo degli italiani, ma anche dei viaggiatori stranieri, altre sono state scoperte e valorizzate solo in un secondo momento. Questo è proprio il caso di una di quelle che oggi è considerata una delle riserve più belle d’Italia, ma che fino a qualche anno fa era solamente una cava abbandonata.
Sto parlando della Baia di Ieranto, una riserva naturale situata all’estremità della penisola sorrentina, che per anni non ha ricevuto l’attenzione che merita, ma che finalmente è stata scovata e che oggi si può visitare in tutto il suo splendore. Qui si possono toccare con mano sia la storia italiana del Novecento che le antiche leggende legate ai miti delle Sirene, e si tratta di un ambiente davvero suggestivo e straordinariamente bello.
La Baia di Ieranto
La Baia di Ieranto, come già accennato, si trova all’estremità della penisola di Sorrento, e fa parte dei beni FAI. Questa riserva naturale si affaccia sul Mar Tirreno, proprio davanti ai faraglioni di Capri, ed è considerato il punto geografico dove finisce la penisola sorrentina e inizia la Costiera Amalfitana. Insomma, si tratta di un luogo dalla bellezza certa, che però non sempre ha ricevuto la valorizzazione che merita. Secondo la leggenda, questo è anche il luogo dove Ulisse avrebbe incontrato le Sirene nel suo lungo viaggio di ritorno verso Itaca.
Dal 1918 al 1952, questa Baia fungeva da cava di calcare, e il materiale estratto qui alimentava tutte le acciaierie che si trovavano dall’altra parte del Golfo di Napoli. Questi 35 anni di sfruttamento del territorio hanno lasciato segni importanti sulla Baia, anche considerando lo stato di abbandono in cui cadde dopo la chiusura della cava. Finalmente però, verso la fine degli anni ‘80, l’intera area arrivò al FAI, e divenne il primo recupero paesaggistico dell’associazione. Oggi la macchia mediterranea è di nuovo quella originale, ci sono alberi di limoni e di olive e l’intera area è tornata quella di un tempo, rendendo la Baia di Ieranto una delle riserve più belle di tutta Italia.