È il tesoro ritrovato dei Maya e ha cambiato totalmente quello che si sapeva della storia. I ricercatori non se lo aspettavano proprio.
Negli ultimi anni, il mondo dell’archeologia è stato scosso da una scoperta eccezionale che ha gettato nuova luce sulla civiltà Maya, una delle più misteriose e affascinanti della storia antica. Nel cuore della giungla del Guatemala, un team di ricercatori ha portato alla conoscenza di un tesoro archeologico che nessuno si aspettava di trovare: un’intera rete di città e infrastrutture nascoste, rimaste sepolte per oltre un millennio. Questa scoperta ha cambiato radicalmente la nostra comprensione della civiltà Maya, rivelando un livello di complessità e sviluppo molto più avanzato di quanto si fosse immaginato fino ad ora.
Il ritrovamento è avvenuto grazie all’uso di una tecnologia all’avanguardia chiamata LiDAR (Light Detection and Ranging), che permette di “vedere” attraverso la vegetazione fitta della giungla e rivelare ciò che si nasconde sotto. Grazie a questa tecnica, gli archeologi hanno individuato una vasta rete di città interconnesse, con strade, templi, piazze e addirittura canali per l’irrigazione.
Ciò che ha sorpreso maggiormente gli studiosi è stata la densità degli insediamenti. Prima di questa scoperta, si pensava che la civiltà Maya fosse composta da città-stato relativamente isolate e separate da ampie zone di foresta. Tuttavia, le immagini LiDAR hanno rivelato che queste città erano molto più integrate di quanto si credesse, formando un vero e proprio sistema urbano complesso, paragonabile a una metropoli moderna.
Oltre all’infrastruttura urbana, i ricercatori hanno scoperto un complesso sistema agricolo che dimostra l’elevata capacità dei Maya di adattarsi all’ambiente. Canali di irrigazione, terrazze coltivate e bacini per l’acqua suggeriscono che questa civiltà avesse sviluppato metodi avanzati per la gestione delle risorse idriche e agricole. Questo era essenziale per sostenere una popolazione così numerosa e dimostra che i Maya erano molto più autosufficienti e organizzati di quanto si fosse pensato fino ad oggi.
La scoperta ha anche fatto emergere un altro aspetto sorprendente: i Maya non erano solo grandi costruttori di templi e piramidi, ma anche ingegneri capaci di realizzare complessi sistemi idraulici e stradali, in grado di collegare tra loro le diverse città della regione.
Un altro aspetto rivoluzionario della scoperta è stato il numero di persone che potevano vivere in quest’area. Si stima che la popolazione Maya fosse molto più numerosa di quanto si pensasse in precedenza. Alcuni esperti suggeriscono che la popolazione complessiva nella regione potrebbe aver superato i 10 milioni di abitanti nel suo periodo di massimo splendore. Questo dato non solo cambia la nostra visione del potere dei Maya, ma solleva anche nuove domande su come riuscirono a sostenere una popolazione così vasta in un ambiente apparentemente ostile come la giungla.
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