I ghiacciai sono la nuova meta turistica, ma purtroppo non sono visitati a fini naturalistici. Ecco cosa fanno i turisti.
Negli ultimi anni, un nuovo fenomeno sta prendendo piede tra i ghiacciai di tutto il mondo, specialmente in Europa, dove si assiste a una vera e propria corsa per immortalare paesaggi spettacolari in rapido declino a causa del cambiamento climatico.
Il ghiacciaio Fellaria, situato in Lombardia, non è certo l’unico a essere preso d’assalto da turisti spesso poco consapevoli dei rischi e delle fragilità di questi ambienti. La tendenza si estende anche ad altre località alpine, come il ghiacciaio del Morteratsch in Svizzera, quello del Montasio in Friuli, e ancora il ghiacciaio del Lys in Valle d’Aosta, tutti esempi di aree naturali che vedono aumentare il flusso di visitatori in cerca di scatti memorabili prima che queste meraviglie naturali scompaiano del tutto.
Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, ha riportato un episodio emblematico: durante una visita al ghiacciaio Fellaria, ha assistito a una scena surreale in cui una turista ha estratto dalle sue cose un paio di tacchi a spillo per una foto glamour sul ghiacciaio, evidentemente destinata ai social. Questo gesto, al di là dell’aneddoto divertente, è diventato il simbolo di un tipo di turismo che Bonardo definisce allarmante. Lei parla di una sorta di “pellegrinaggio” che attrae sempre più persone verso ghiacciai ormai in pericolo, con un atteggiamento che spesso diventa un voyeurismo pericoloso.
Questa forma di turismo, che si potrebbe definire “turismo dei ghiacciai morenti“, è alimentata dalla consapevolezza che questi giganti di ghiaccio stanno scomparendo rapidamente. Ciò che preoccupa maggiormente gli esperti non è tanto il desiderio di ammirare queste meraviglie della natura, quanto il modo in cui molte persone lo fanno: senza la giusta preparazione e senza rispetto per l’ambiente.
Si discute ormai apertamente dell’eventualità di introdurre restrizioni per limitare l’accesso ai ghiacciai e ad altre zone di alta quota, in modo da proteggere questi fragili ecosistemi. Legambiente e altre associazioni ambientaliste sostengono che il sovraffollamento in aree montane delicate stia danneggiando non solo il paesaggio, ma anche la fauna locale e gli abitanti. In alcuni casi, come sul ghiacciaio della Marmolada, sono stati già introdotti limiti agli accessi durante i periodi di maggior afflusso, nel tentativo di preservare il più possibile queste zone.
Oltre ai danni ambientali, c’è anche una crescente preoccupazione per la sicurezza. Molti turisti non considerano adeguatamente i rischi legati all’alta montagna. La mancanza di preparazione tecnica e fisica, unita all’abbigliamento inadeguato, crea situazioni pericolose per gli stessi visitatori, che spesso non sono equipaggiati per affrontare percorsi complessi e condizioni climatiche variabili. Il messaggio è chiaro: andare in montagna richiede rispetto, sia per l’ambiente sia per se stessi. Camminare sui ghiacciai dovrebbe essere fatto con attenzione e con il giusto equipaggiamento, senza trasformare questi luoghi in semplici scenari per fotografie.
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