Si sente sempre più parlare di Europa contro Airbnb e un altro paese si aggiunge alle critiche agli affitti brevi. Vediamo cosa sta succedendo.
I residenti delle destinazioni turistiche stanno mostrando sempre più frustrazione nei confronti dell’aumento dei prezzi degli affitti e della scarsità di alloggi, problemi aggravati dalla proliferazione degli affitti turistici a breve termine.
L’Europa contro Airbnb, servizio sempre meno gradito
Sull’onda di quanto già avvenuto in città come Londra, Dublino, Amsterdam e Parigi, anche la Repubblica Ceca sta prendendo provvedimenti per regolamentare gli affitti in stile Airbnb. Il governo ceco ha infatti proposto nuove norme che potrebbero ridurre drasticamente la disponibilità di alloggi turistici a breve termine, specialmente in città ad alta affluenza turistica come Praga. L’obiettivo di questa iniziativa ha due strade ben precise: da un lato, si cerca di calmierare i prezzi degli immobili, dall’altro si vuole evitare che i residenti siano costretti a lasciare le loro abitazioni per far posto ai turisti. La crescente pressione sui prezzi e la carenza di alloggi stanno infatti causando un progressivo spopolamento delle aree centrali, in particolare nella capitale ceca, in quanto i proprietari di alloggi preferiscono guadagnare maggiormente grazie agli affitti brevi, anziché affittare l’appartamento a lungo termine.
Il progetto di legge recentemente approvato dal governo ceco conferirebbe ai comuni il potere di imporre limitazioni specifiche agli affitti brevi. Tra le misure in discussione, vi è la possibilità di limitare il numero di giorni in cui una proprietà può essere affittata annualmente e di stabilire criteri minimi per quanto riguarda lo spazio disponibile per ciascun ospite. Inoltre, le norme prevedono l’introduzione di regolamentazioni più rigide e l’applicazione di tasse locali sugli affitti turistici, allineando i loro obblighi a quelli già in vigore per le strutture alberghiere tradizionali.
Cosa prevede la proposta
Un altro aspetto chiave della proposta è l’introduzione della piattaforma eTurista, attraverso la quale i proprietari saranno tenuti a registrare le informazioni sugli alloggi e sugli ospiti. Ogni proprietà riceverà un numero di registrazione, che dovrà essere esposto negli annunci, consentendo un controllo più rigoroso sugli affitti a breve termine, molti dei quali operano attualmente senza un’adeguata supervisione.
La speranza è che questo nuovo sistema di regolamentazione contribuisca a ridurre il fenomeno degli affitti non dichiarati, una pratica che, secondo le stime attuali, interessa dal 40 al 70% dei soggiorni prenotati attraverso piattaforme online, causando una perdita stimata di quasi 32 milioni di euro all’anno in tasse non pagate. Se tutto procederà come previsto, le nuove regole potrebbero entrare in vigore già a partire da luglio 2025.