Tokyo, la vibrante e moderna capitale del Giappone, è una città che fonde armoniosamente il passato con il presente e nasconde un segreto.
Tra templi antichi e grattacieli illuminati al neon, ogni angolo della città ha qualcosa di unico da offrire. Uno degli aspetti più affascinanti di Tokyo è la sua capacità di ospitare quartieri dedicati a specifiche passioni, diventando veri e propri paradisi per coloro che condividono interessi comuni.
Un esempio di questa caratteristica di una così grande metropoli è il quartiere Jimbocho, noto anche come Kanda-Jinbocho o più semplicemente Jinbocho. Questo angolo di Tokyo, riconosciuto internazionalmente come “Jimbocho Book Town”, è famoso per la sua eccezionale concentrazione di librerie che attirano appassionati di letteratura da tutto il mondo.
Jimbocho è un luogo in cui gli amanti dei libri possono immergersi in un universo fatto di migliaia di volumi, spaziando da opere classiche a libri rari e di seconda mano. Questo quartiere si distingue per ospitare oltre 180 librerie concentrate in poche strade, una densità che lo rende un punto di riferimento unico nel panorama culturale giapponese. Ma come è nato questo straordinario quartiere? Quali eventi lo hanno plasmato fino a renderlo quello che è oggi?
Le origini di Jimbocho risalgono al periodo Edo (1603 – 1868), quando la zona era un tranquillo quartiere residenziale abitato da samurai e funzionari del governo Tokugawa. Nel corso dei secoli, Jimbocho ha subito numerose trasformazioni, ma è stato un evento tragico a segnare profondamente il suo destino culturale.
Dopo la Restaurazione Meiji (a partire dal 1870), l’area di Jimbocho divenne sede di diverse istituzioni educative, che in seguito si trasformarono nell’Università di Tokyo e nell’Università di Hitotsubashi. Il quartiere iniziò a popolarsi di studenti e insegnanti, creando un terreno fertile per la nascita di librerie specializzate in testi accademici e libri in lingua straniera. Nel 1913, un devastante incendio distrusse gran parte del quartiere, segnando un momento critico nella sua storia.
Negli anni ’30, Jimbocho divenne un distretto prevalentemente studentesco, il che favorì lo sviluppo di un mercato di libri di seconda mano. Negli anni ’50, il quartiere vide una proliferazione di negozi che vendevano libri rari, e nel 2009 si contavano già circa 150 librerie di seconda mano, che oggi sono diventate almeno 176, rappresentando un terzo delle librerie dell’usato dell’intero Giappone.
Con l’avvento dello shopping online, Jimbocho ha affrontato un calo della clientela, ma molte librerie hanno saputo adattarsi, offrendo servizi aggiuntivi come caffè letterari, incontri ed eventi culturali. Non sorprende che il quartiere attiri anche appassionati di anime, manga e videogiochi, grazie alla vicinanza di Akihabara, il cuore della cultura pop giapponese.
Jimbocho non è solo un luogo per acquistare libri, ma anche per viverli. I caffè letterari, spesso in stile retrò, offrono un ambiente accogliente per gli amanti della lettura. Uno dei più celebri è il Sabouru Coffee, aperto nel 1955, con il suo arredamento rustico e un’atmosfera che richiama un’epoca passata.
Tra i musei più visitati d’Italia, al primo posto si piazza la Città Eterna con…
CioccoTuscia è l’evento più dolce di tutto il mese di ottobre, e prende vita proprio…
Le Terme di Saturnia, riconosciute tra le migliori destinazioni in Italia e in Europa, conquistano…
Scopri quali aeroporti europei richiedono più tempo per raggiungere il gate e come pianificare al…
Un cambiamento importante è in arrivo, una novità che potrebbe influenzare profondamente una delle destinazioni…
Queste sono le migliori sagre di ottobre in Italia nel 2024: anche il mese appena…