Una straordinaria scoperta proveniente dall’antico Egitto, che rappresenta un significativo contributo alla comprensione e all’evoluzione della scienza e delle conoscenze astronomiche.
Se in passato si è ipotizzato che gli Egizi potessero avere origini extraterrestri, le recenti scoperte mettono sempre più in dubbio queste teorie. Le loro straordinarie competenze in astronomia e la profonda connessione con l’universo, evidente nelle piramidi e in altre costruzioni del loro antico regno, trovano ora nuove conferme nella realtà terrestre.
Solo pochi giorni fa è stato scoperto un sito di enorme rilevanza, che si è rivelato essere un osservatorio astronomico. Secondo il ministero del Turismo e delle Antichità egiziano, si tratta del più grande mai rinvenuto nel paese. Gli archeologi ritengono che questo osservatorio fosse utilizzato per monitorare i movimenti del Sole e delle stelle. Mohammad Ismail, direttore generale del Consiglio Superiore delle Antichità dell’Egitto, ha dichiarato che questa scoperta evidenzia l’ingegnosità e le avanzate conoscenze astronomiche degli antichi Egizi, già nei tempi più antichi.
Scoperta incredibile dall’antico Egitto
Risalente al VI secolo a.C., l’osservatorio astronomico si trova all’interno del complesso del Tempio dei Faraoni a Kafr el-Sheikh, nel nord dell’Egitto, dove erano in corso scavi archeologici. Questo sito comprende una decina di ambienti, tra cui cinque ampie stanze, quattro più piccole e un corridoio decorato con pareti dipinte di giallo e resti di decorazioni blu. Durante gli scavi, sono stati rinvenuti strumenti utilizzati per la misurazione, come una meridiana particolare, impiegata per calcolare lo spostamento del Sole, e una torre di osservazione. L’intera area copre una superficie di circa 850 metri quadrati.
L’ingresso principale dell’osservatorio, ancora parzialmente conservato e costruito in mattoni e fango, è orientato a est, verso il punto in cui sorge il Sole. Da lì, si accede a un edificio a forma di “L”, dove sono ancora visibili alcuni pilastri di sostegno. Di fronte, si erge una grande parete in mattoni inclinata verso l’interno, probabilmente utilizzata per osservare e annotare le informazioni sui movimenti solari, incluse le variazioni dell’inclinazione e della lunghezza dell’ombra nel corso della giornata.
Il contributo degli egizi all’astronomia
Gli esperti che hanno analizzato questa scoperta hanno sottolineato che gli Egizi erano tra i più abili astronomi dell’antichità. Furono loro a sviluppare il calendario di 365 giorni che ancora oggi utilizziamo. Gli antichi Egizi riuscirono a mappare il cielo, identificando costellazioni e creando un proprio sistema astrologico. La scoperta di questo osservatorio offre un contributo inestimabile alla nostra comprensione dell’astronomia e delle scienze dell’antico Egitto. Secondo il ministero del Turismo e delle Antichità, questo osservatorio rappresenta uno dei più precisi strumenti di misurazione del tempo mai realizzati nel mondo antico.