La Sardegna è in crisi a causa dell’enorme afflusso di turisti, e lo scenario che si presenta sull’isola è quasi surreale
Da una città accogliente e turistica, è diventata un luogo dove i residenti, esasperati, scendono in strada per protestare contro i turisti, arrivando addirittura a spruzzarli con pistole ad acqua. In Spagna, le autorità stanno tentando diverse misure per contenere il fenomeno, tra cui l’aumento delle tasse di soggiorno e l’imposizione di limiti alle presenze turistiche. A Siviglia, ad esempio, il sindaco ha deciso di tagliare drasticamente le forniture di acqua agli alloggi turistici illegali, che nella città sono più di cinquemila.
Il fenomeno dell’overtourism non si limita solo alle grandi città, ma sta trasformando anche numerose altre località turistiche, grandi e piccole. Queste, nel tentativo di rispondere a una domanda sempre più insaziabile, si stanno piegando alla pressione e stanno accogliendo un numero di persone ben oltre le loro capacità. Un esempio di questo scenario si trova in Sardegna, dove le rinomate coste rischiano di perdere il loro fascino. Porto Cervo e la spiaggia della Pelosa di Stintino, che da sempre sono considerate paradisi terrestri, in queste settimane estive sono lontane dall’immagine da cartolina che le ha rese celebri. Lunghe file di auto lungo le strade, spiagge invase da ombrelloni e centri storici sovraffollati sono la realtà attuale. La quantità di turisti ha superato ogni previsione, compromettendo la qualità delle vacanze. Nonostante i prezzi elevati, non ci sono abbastanza alloggi per tutti, e la mancanza di spazi e servizi adeguati rende difficile gestire la folla.
La spiaggia della Pelosa di Stintino è un chiaro esempio dell’overtourism in Sardegna. Questa splendida spiaggia è diventata una delle mete più desiderate e condivise sui social media, ma per accedervi è necessario un ticket, e ogni giorno l’ingresso è limitato a 1.500 persone. Di questi, 750 biglietti sono prenotabili con largo anticipo, mentre gli altri 750 sono riservati per chi decide all’ultimo momento. La domanda, però, è talmente alta che ogni giorno ci sono fino a 12.000 richieste per soli 750 biglietti.
Il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, aveva già individuato il problema nel 2019 e 2021, e oggi torna a sottolineare la necessità di un cambiamento. Secondo Ragnedda, è fondamentale trovare un equilibrio tra la tutela e la valorizzazione delle risorse locali. L’esperienza turistica offerta ad agosto non corrisponde a quella che i visitatori immaginano, con spiagge incontaminate e spazi liberi, caratteristiche più facili da trovare nei mesi di giugno e settembre. Anche la Costa Smeralda, nota per il suo lusso, durante l’alta stagione diventa caotica, con auto in fila e lunghe attese. Con 88 chilometri di costa e 56 spiagge, è necessario distribuire meglio i flussi turistici per preservare l’unicità del territorio.
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