Conosciuta come la “Donna urlante”, è rimasta a lungo un mistero avvolto nella polvere dei secoli. Adesso è pronta a dire la sua verità
Immaginate di trovarvi di fronte a una mummia egizia. Non una qualsiasi, ma una donna con un’espressione contorta sul volto, come se stesse urlando nel silenzio eterno della tomba. Per oltre trent’anni, questa mummia, rinvenuta a Deir el-Bahari nel 1935, è stata un enigma per gli archeologi
Un volto che parla
Grazie ai progressi della tecnologia e alla passione di un gruppo di scienziati, oggi possiamo finalmente dare un volto e una voce a questa donna. Cicero Moraes, un esperto di ricostruzione facciale brasiliano, ha utilizzato le più avanzate tecniche di imaging per creare una rappresentazione tridimensionale del viso della mummia. Il risultato è sorprendente: una donna dalla bellezza enigmatica, con uno sguardo che sembra trafiggere l’anima.
La ricostruzione di Moraes non è stata un semplice esercizio di stile. È stata un’indagine scientifica che ha richiesto mesi di lavoro e un’attenta analisi dei dati. Grazie alle scansioni TC del cranio, l’esperto è riuscito a ricostruire la forma del viso, la posizione degli occhi, del naso e della bocca. Ma non si è fermato qui.
Moraes ha voluto andare oltre, cercando di catturare l’essenza della donna, la sua anima. Ha creato diverse versioni del volto, ognuna con un’espressione diversa: un volto rilassato, con gli occhi chiusi, per mostrarne i tratti somatici; un volto che urla, per rendere omaggio alla sua morte agonica; e un volto più personalizzato, con i capelli e i gioielli che probabilmente indossava in vita.
Un mistero da risolvere
Ma cosa aveva causato quella terribile espressione di dolore sul volto della mummia? Per lungo tempo si è pensato che gli imbalsamatori avessero commesso un errore, lasciando la bocca aperta. Ma un recente studio, condotto da Sahar Saleem dell’Università del Cairo, ha svelato una verità ben più inquietante.
Secondo Saleem, l’espressione contorta della mummia è dovuta a uno spasmo cadaverico, un fenomeno che si verifica a causa di contrazioni muscolari involontarie dopo la morte. Questo suggerisce che la donna sia morta in modo violento o improvviso, forse a causa di una malattia o di un trauma.
La mummia è stata trovata nella tomba di Senmut, un architetto reale che visse durante il regno di Hatshepsut. Questo ci permette di fare delle ipotesi sulla sua identità e sul suo ruolo nella società egizia. Inoltre, l’analisi dei materiali utilizzati per l’imbalsamazione ha rivelato dettagli interessanti sulla cultura e sulle pratiche funerarie dell’antico Egitto. La donna era stata imbalsamata con i migliori materiali disponibili, come il ginepro e l’incenso, sostanze pregiate che venivano importate da lontano. Questo suggerisce che apparteneva a una classe sociale elevata.