Un nuovo ghiacciaio si scioglie e riporta alla luce qualcosa di inimmaginabile. Sgomento e sorpresa tra chi ha assistito al ritrovamento.
I ghiacciai, nel corso di milioni di anni, si sono formati come immense riserve di acqua dolce, coprendo oggi circa il 10% della superficie terrestre. Queste formazioni si trovano principalmente nelle regioni polari e in alcune zone montuose, dove le condizioni climatiche permettono la loro esistenza e crescita.
Durante l’inverno, l’accumulo di neve contribuisce all’aumento dello spessore dei ghiacciai. Nei mesi estivi, se le temperature non sono troppo elevate, questa neve non si scioglie completamente e col passare del tempo si compatta, trasformandosi in ghiaccio. Questo processo, che può richiedere diversi secoli, permette ai ghiacciai di espandersi e di accumulare strati sempre più spessi di ghiaccio.
Un aspetto meno noto della formazione dei ghiacciai è l’influenza della gravità. La gravità spinge il ghiaccio accumulato lentamente verso il basso, creando veri e propri fiumi di ghiaccio. Questo movimento, pur lento, può generare caratteristiche morfologiche come seracchi e crepacci, tipiche delle aree glaciali.
Purtroppo i cambiamenti climatici in atto, in gran parte dovuti all’aumento dei gas serra nell’atmosfera, stanno causando un rapido ritiro dei ghiacciai. Questo fenomeno ha ripercussioni negative su diversi ecosistemi, in quanto l’acqua dolce rilasciata dai ghiacciai può alterare la salinità degli oceani, influenzando il clima globale e modificando le correnti oceaniche.
Gli scienziati, utilizzando tecnologie avanzate come immagini satellitari, droni e sensori, stanno monitorando attentamente i cambiamenti nei ghiacciai. Le previsioni per il futuro non sono rassicuranti e sono in corso studi per identificare soluzioni che riducano le emissioni di carbonio e promuovano l’uso di energie rinnovabili, nel tentativo di rallentare il processo di scioglimento dei ghiacciai.
Un esempio concreto dell’impatto dello scioglimento dei ghiacciai è quanto avvenuto recentemente sulla Marmolada. Qui, il ritiro dei ghiacciai ha portato alla luce i resti di due militari italiani morti durante la Prima Guerra Mondiale, oltre un secolo fa. Secondo quanto riportato da ilgazzettino.it, i corpi sono stati scoperti da Diego Andriollo, un dipendente della società che gestisce la funivia della zona. I resti sono stati ritrovati tra Cima Undici e la Catena del Serauta, intrappolati nel ghiaccio. Successivamente, sono stati recuperati e trasportati a valle per essere sottoposti a esami specifici.
Legambiente, in collaborazione con CIPRA Italia e il Comitato Glaciologico Italiano, ha diffuso dati preoccupanti riguardanti la situazione dei ghiacciai, in particolare sul Monte Bianco. Il ritrovamento dei corpi sulla Marmolada serve da monito, ricordandoci che il riscaldamento globale non solo sta alterando il nostro pianeta, ma sta anche rivelando testimonianze del passato che erano rimaste nascoste per decenni sotto il ghiaccio.
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