Avvistato recentemente nei mari italiani, è pericoloso non solo per l’ecosistema marino, ma anche per la sicurezza dell’essere umano: è importante sapere come riconoscerlo.
Il cambiamento climatico sta avendo effetti sempre più evidenti sulle specie marine, e il Mar Mediterraneo non fa eccezione. Tra le varie specie che stanno creando preoccupazione, il pesce leone, noto anche come pesce scorpione, si sta affermando come uno dei principali problemi. Questa specie, proveniente da ambienti tropicali, sta diffondendosi nelle nostre acque e presenta seri rischi sia per l’ecosistema marino che per l’uomo.
Il pesce leone, scientificamente chiamato Pterois miles, è diventato un invasore temuto nel Mediterraneo. Originario del Mar Rosso e di altre acque tropicali come l’Oceano Indiano e Pacifico, ha trovato un nuovo habitat nelle nostre coste. Negli ultimi anni, sono stati segnalati avvistamenti lungo le coste italiane, dalla Sicilia alla Puglia e fino alla Calabria. Questo pesce è noto per la sua capacità di adattarsi e colonizzare nuovi ambienti rapidamente.
Il pesce leone si distingue per le sue lunghe spine velenose che lo rendono pericoloso anche per l’uomo. Le spine, situate sulle pinne dorsali, anali e pelviche, possono provocare gravi reazioni se si viene punti. Non solo è una minaccia per chi lavora in mare, ma è anche un predatore efficace che può avere effetti devastanti sugli ecosistemi locali. Questo pesce si nutre di pesci più piccoli, tra cui gli avannotti, e può ridurre notevolmente le popolazioni di altre specie marine.
Claudio Brinati, esperto biologo, avverte che l’arrivo del pesce leone potrebbe avere conseguenze pesanti. I primi avvistamenti nel sud-est della Sicilia potrebbero essere solo l’inizio. Con il riscaldamento globale che spinge specie tropicali verso nord, è probabile che il pesce leone si diffonda ulteriormente, colpendo altre aree del Mediterraneo.
Il pesce leone sta già dimostrando di avere un impatto negativo sulla pesca. Marco Oliverio, professore di zoologia all’Università La Sapienza di Roma, sottolinea che questo pesce predatore può ridurre drasticamente le risorse ittiche. “Sono macchine da guerra”, afferma Oliverio, “e mangiano enormi quantità di avannotti, influenzando pesantemente la fauna locale“.
Inoltre, il pesce leone rappresenta una minaccia per la salute umana. Le sue spine, contenenti veleno, possono causare gravi reazioni se si viene punti. I sintomi includono forti dolori, nausea, vomito, febbre, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, necrosi locale. Anche se il veleno può rimanere attivo per diverse ore dopo la morte del pesce, i pescatori devono fare attenzione a evitare il contatto accidentale con questo animale per ridurre il rischio di infortuni.
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