Vacanze e Covid, un binomio che nessuno si augura. Ma cosa fare se si risulta positivi prima di partire? Vediamo come comportarsi.
A pochi giorni dalle vacanze estive, i contagi da Covid-19 continuano a salire. Secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute, nella settimana dal 18 al 24 luglio sono stati registrati 13.672 nuovi casi, con un incremento del 53% rispetto alla settimana precedente, quando i contagi erano stati 8.942. Questo trend di crescita è evidente se si osservano i dati delle settimane precedenti: tra il 4 e il 10 luglio i casi erano 5.503, rispetto ai 3.855 della settimana precedente e ai 2.505 di due settimane prima. Nonostante i numeri sembrino contenuti, è importante considerare che molti evitano di testarsi o non comunicano la positività all’ASL, specialmente con l’uso dei tamponi casalinghi, che non prevedono obblighi di segnalazione.
Vacanze e Covid, cosa fare se si è positivi
Nonostante la sottostima dei casi, i dati del Ministero della Salute indicano chiaramente una nuova ondata estiva di contagi. I medici di base confermano questa tendenza, con un aumento di pazienti che presentano sintomi simil-influenzali e risultano positivi al SARS-CoV-2. Le regioni più colpite sono la Campania con 2.492 casi, la Lombardia con 2.453 casi e il Lazio con 2.178 positivi. Anche il Veneto e la Puglia registrano oltre mille contagi, con rispettivamente 1.152 e 1.101 casi.
Da un anno a questa parte, il Ministero della Salute ha sospeso ogni obbligo di isolamento per i positivi al Covid-19. Tuttavia è ancora raccomandato indossare una mascherina chirurgica o FFP2 in caso di contatto con altre persone, evitare luoghi affollati e restare a casa se si presentano sintomi.
Queste precauzioni, sebbene spesso ignorate, restano fondamentali per limitare la diffusione del virus. Con l’aumento dei contagi, cresce la preoccupazione per chi sta pianificando le vacanze, soprattutto per chi ha già prenotato viaggi all’estero. In questi casi, è consigliabile mantenere prudenza e considerare l’uso della mascherina in luoghi chiusi e affollati, come i mezzi pubblici.
La nuova variante
L’incremento dei contagi è dovuto in parte alla diffusione della nuova variante Kp.3, che sembra essere più contagiosa delle precedenti ma non causa sintomi più gravi. I sintomi associati a questa variante sono simili a quelli già conosciuti, tra cui febbre, tosse, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari o corporei, difficoltà respiratorie e perdita di gusto e olfatto. Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, non ci sono evidenze che le varianti attualmente in circolazione causino sintomi diversi o più gravi rispetto alle precedenti. La popolazione è protetta dalle complicanze più severe, ma le persone anziane e quelle con condizioni di salute precarie devono essere particolarmente attente.