La presenza di una schiuma bianca e maleodorante nel mare di questa costa italiana ha portato grande preoccupazione tra i residenti e i visitatori, evidenziando l’urgente necessità di interventi tempestivi.
Da troppo tempo, le acque antistanti il promontorio di Ansedonia sono avvolte da una misteriosa e persistente schiuma bianca, dal sgradevole odore, che ha generato profonda indignazione tra i residenti e i visitatori della zona. Questo problema non è di recente manifestazione, bensì continua a manifestarsi in modo persistente sia nei mesi estivi che in quelli invernali. Analisi condotte dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana e dalla Capitaneria di Porto hanno rivelato la presenza significativa di tensioattivi (saponi), batteri fecali e sostanze tossiche tra i principali contaminanti responsabili di questo fenomeno preoccupante.
Schiuma bianca in mare
Nonostante le numerose segnalazioni e l’attenzione delle autorità competenti, l’origine esatta di questa inquietante contaminazione marina rimane avvolta nel mistero. Diverse ipotesi sono state avanzate per spiegare il persistere del problema. Tra queste, una delle più accreditate collega il fenomeno a una combinazione di fattori: dalla gestione deficitaria della Laguna di Orbetello, che ha visto una progressiva riduzione dell’ossigenazione delle acque e un aumento delle alghe nocive, agli scarichi incontrollati provenienti dagli allevamenti ittici della zona, fino ai possibili malfunzionamenti del sistema di depurazione di Terrarossa.
Allarme rosso sulla Costa d’Argento
La Laguna di Orbetello, un tempo considerata un paradiso naturalistico, ora è gravemente minacciata da una crescente fragilità ecologica. Il mancato dragaggio dei fondali, l’eccessivo accumulo di alghe e la ridotta qualità dell’acqua hanno contribuito a una significativa moria dei pesci e a un generale deterioramento dell’ambiente marino. Gli scarichi provenienti dagli allevamenti ittici, che introducono un carico organico e inquinante nelle acque, rappresentano un ulteriore aggravante di questa crisi ambientale.
La gravità della situazione ha spinto l’Associazione Difesa di Ansedonia, insieme a oltre 360 cittadini, a presentare un esposto formale presso la Procura di Grosseto, chiedendo interventi immediati e risolutivi per proteggere e salvaguardare questo prezioso patrimonio marino. La Costa d’Argento non è solo un importante ecosistema locale ma anche parte integrante del Santuario Pelagos, un’area dedicata alla protezione dei mammiferi marini nel Mar Mediterraneo.
L’attuale crisi ambientale a Ansedonia richiede una risposta immediata e concertata da parte delle autorità competenti per evitare danni irreversibili all’ecosistema marino della Costa d’Argento. L’appello urgente lanciato dai residenti e sostenuto da numerosi cittadini è un chiaro segnale della necessità di proteggere non solo l’integrità ecologica ma anche il valore paesaggistico e l’economia locale che dipendono strettamente da uno stato ambientale sano e sostenibile.