Il Polo Nord è a rischio e, come se non bastasse il riscaldamento globale, un altro fattore complica ulteriormente la situazione.
È ormai noto a tutti quanto e temperature siano aumentate negli ultimi decenni. Un riscaldamento globale difficile da arrestare e che non fa altro che procedere a ritmo sempre più rapido, mettendo a rischi interi ecosistemi. Oltre a questo, un evento rischia di mettere davvero in difficoltà il Polo Nord e i suoi ghiacciai.
Le temperature globali hanno registrato un significativo aumento, con giugno 2024 che è stato più caldo rispetto a giugno 2023. Questa tendenza non è legata a El Niño, il che rende i dati ancora più preoccupanti. Secondo il servizio Copernicus, la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi è stata superiore di oltre 1,5°C rispetto alla media del periodo 1850-1900. Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, ha sottolineato che questo aumento delle temperature globali non è solo una anomalia statistica ma evidenzia un cambiamento climatico in atto.
Un fattore critico che potrebbe accelerare ulteriormente il riscaldamento globale è la condizione del ghiaccio marino artico. Il volume del ghiaccio è al minimo storico per questo periodo dell’anno e l’estensione è inferiore alla media del 3%. Questo significa che il ghiaccio è molto sottile e sta scomparendo rapidamente. Il ghiaccio marino agisce come un buffer, assorbendo il calore dell’oceano, e quando si scioglie, l’acqua si riscalda ulteriormente.
La perdita di questo buffer di calore latente può portare a un rapido aumento della temperatura dell’Oceano Artico, con il rischio che il calore raggiunga gli idrati di metano sul fondo marino destabilizzandoli. Questo potrebbe causare l’eruzione di metano, un potente gas serra, aggravando ulteriormente la crisi climatica.
L’immagine adattata dal Danish Meteorological Institute mostra chiaramente che il ghiaccio marino artico è a livelli minimi. Nonostante l’estensione relativamente ampia, la maggior parte del ghiaccio più spesso si è sciolta durante il mese di giugno 2024. Questo rappresenta una preoccupante perdita del buffer di calore latente, essenziale per mantenere le temperature dell’oceano sotto controllo.
Purtroppo la situazione del ghiaccio marino artico è critica e potrebbe peggiorare ulteriormente il cambiamento climatico globale. Il riscaldamento continuo, senza la presenza di El Niño, e la perdita del ghiaccio marino sono segnali allarmanti che richiedono un’azione immediata per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Ad oggi non c’è nulla che si possa fare si concreto per arginare la situazione, ma i ricercatori sono continuamente al lavoro per rallentare quantomeno il progredire di questa situazione.
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