Mai come quest’estate abbiamo sentito parlare di caldo record. Ma mentre noi ci rinfreschiamo, il nostro mare soffre.
Le temperature si alzano, le acque diventano sempre più calde e l’ecosistema marino ne risente profondamente. Quando la temperatura aumenta, questa delicata armonia viene sconvolta. Le meduse, ad esempio, trovano nelle acque calde e tranquille l’ambiente ideale per proliferare.
Le acque costiere stanno diventando sempre più calde, e con esse arrivano nuove sfide per la fauna marina e per i bagnanti. In questi giorni di caldo opprimente e assenza di vento, stanno facendo la loro comparsa le temute meduse, quelle creature che possono trasformare una nuotata rilassante in un piccolo incubo.
Alessandro Ligas, biologo marino di Livorno presso l’Istituto di Biologia Marina dello Scoglio della Regina, ha dedicato l’anno scorso a studiare l’invasione del granchio blu in Italia. Ora, si concentra sui cambiamenti climatici che influenzano la nostra costa. “Sappiamo bene qual è la causa di tutto questo,” spiega Ligas. “Prendiamo ad esempio le temperature medie di aprile: quest’anno è stato il più caldo degli ultimi due secoli, e anche marzo e febbraio non sono stati da meno. Anche se c’è ancora chi dubita, il riscaldamento globale è una realtà che dobbiamo affrontare.”
E proprio a causa di questo riscaldamento, le meduse trovano un ambiente perfetto per proliferare. “In condizioni di tempo stabile, senza onde significative, questi animali possono completare il loro ciclo vitale senza ostacoli,” aggiunge Ligas. Queste creature planctoniche si muovono con le correnti, e senza il movimento delle onde, le acque restano calde, permettendo loro di accumularsi vicino alla costa.
n un panorama di nuove specie e cambiamenti climatici, c’è anche spazio per scoperte interessanti. Ligas ricorda la cattura di un pesce foglia a Livorno, un esemplare appiattito e verdastro proveniente dal Mar Rosso. “Questo pesce è stato pescato per la prima volta qui due anni fa. Non sappiamo se sarà una presenza stabile, ma è una delle tante specie che stanno trovando la loro strada verso il Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra,” spiega.
E non mancano neanche le curiosità gastronomiche. Il pesce grugnitore, o Pomadasys incisus, è una delle nuove presenze che non sono percepite come una minaccia. Questo piccolo pesce è stato introdotto dalla pesca commerciale e viene utilizzato in deliziose zuppe nei paesi dove è già diffuso.
Guardando al futuro, Ligas lancia un avvertimento. “Se non cambiamo rotta, lo scenario marino potrebbe trasformarsi radicalmente nei prossimi vent’anni. E con esso, potrebbero arrivare specie pericolose come il pesce scorpione,” conclude. Il pesce scorpione, con i suoi aculei velenosi, è un vero e proprio intruso nel nostro Mediterraneo. Originario del Mar Rosso, si sta diffondendo sempre più a causa del riscaldamento globale. È un predatore vorace e può causare gravi danni agli ecosistemi locali.
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