Questa specie pericolosa si trova comunemente nei mari italiani, quindi è importante prestare molta attenzione quando si nuota o si cammina in acque poco profonde: la sua puntura è estremamente velenosa.
Il pesce prete, conosciuto scientificamente come Uranoscopus scaber, è un curioso e al contempo minaccioso abitante del mare. Questo pesce fa parte della famiglia degli Uranoscopidae e il suo nome comune è dovuto sia alla sua forma singolare che alle sue peculiari abitudini di caccia. Si trova prevalentemente nel Mar Mediterraneo ed è facilmente identificabile grazie alla sua testa massiccia e agli occhi rivolti verso l’alto, un adattamento che gli permette di mimetizzarsi nella sabbia per catturare le sue prede. Ma è noto anche per le sue spine velenifere che possono causare dolorose punture a chiunque lo calpesti accidentalmente.
Il pesce prete è una specie bentonica, il che significa che vive prevalentemente sui fondali marini. Questo pesce è presente principalmente nel Mar Mediterraneo, ma lo si può trovare anche nell’Oceano Atlantico orientale, in particolare lungo le coste della Spagna e del Marocco.
Il pesce prete preferisce fondali sabbiosi o fangosi, dove può nascondersi infossandosi nel substrato, lasciando sporgere solo gli occhi e la bocca. Questo comportamento lo rende praticamente invisibile sia ai predatori che alle sue prede, permettendogli allo stesso tempo di osservare l’ambiente circostante. Questo è un atteggiamento comune anche in altri pesci, come la Synanceia verrucosa.
La profondità a cui vive varia notevolmente: può essere trovato dai 15 fino ai 400 metri, ma in alcune aree può essere avvistato anche in acque più basse, specialmente vicino alle coste italiane.
La puntura del pesce prete può essere estremamente dolorosa a causa delle sue spine velenifere situate dietro l’opercolo, la copertura branchiale. Queste spine rappresentano una difesa efficace contro i predatori e una minaccia per gli esseri umani che lo calpestano per sbaglio.
Il veleno rilasciato provoca immediatamente un forte dolore, bruciore e prurito. Fortunatamente, il veleno è termolabile, il che significa che può essere neutralizzato con il calore. La prima e più efficace misura da adottare in caso di puntura è immergere la zona colpita in acqua calda (ma non bollente) per almeno 30 minuti. Questo aiuta a ridurre il dolore e a neutralizzare il veleno.
In mancanza di acqua calda, anche la sabbia calda può essere un rimedio temporaneo. Se i sintomi persistono o peggiorano, è consigliabile consultare un medico per ulteriori trattamenti e monitoraggio. Ma bisogna notare che il veleno del pesce prete sembra essere meno pericoloso di quello delle tracine, altri pesci insidiosi per i bagnanti.
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