Inquietante scoperta nel mare italiano, le immagini dallo spazio rivelano un’amara realtà di inquinamento diffuso e impatto devastante sull’ecosistema marino.
Il Mar Mediterraneo, celebre per la sua ricchezza naturalistica e storica, sta vivendo una crisi visibile dallo spazio: l’invasione di plastica. Grazie all’utilizzo dei satelliti Sentinel-2 del programma Copernicus dell’Unione Europea, è stato possibile mappare in dettaglio l’estensione dell’inquinamento da rifiuti galleggianti, rivelando strisce lunghe fino a 20 chilometri che si snodano attraverso le sue acque.
Inquietante scoperta nel mare italiano
L’ESA, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine del CNR a Lerici, ha finanziato una ricerca internazionale che ha portato alla creazione della più completa mappa mai realizzata degli accumuli di rifiuti nel Mediterraneo. Utilizzando oltre 300.000 immagini satellitari acquisite ogni tre giorni per sei anni, con una risoluzione di 10 metri, i ricercatori hanno individuato e catalogato migliaia di formazioni galleggianti, conosciute come “andane”, generati dalle correnti marine e concentrati soprattutto lungo le coste.
I sensori dei satelliti Sentinel-2, non concepiti originariamente per la rilevazione di rifiuti, possono individuare plastiche e altri detriti solo quando formano aggregati significativi e lunghi almeno una decina di metri. Nonostante queste limitazioni, gli scienziati hanno potuto identificare le aree più colpite e monitorarne l’evoluzione nel tempo.
Implicazioni e prospettive future
Stefano Aliani, direttore di ricerca ed oceanografo del CNR-Ismar, ha evidenziato l’importanza di queste informazioni per migliorare le strategie di gestione dell’inquinamento marino, sottolineando la necessità di sviluppare tecnologie satellitari dedicate per un monitoraggio ancora più preciso.
Secondo il rapporto dell’IUCN “The Mediterranean: Mare Plasticum”, il Mediterraneo è uno dei mari più minacciati al mondo dall’inquinamento da plastica, con oltre un milione di tonnellate di rifiuti che lo inquinano ogni anno. Questa crisi è alimentata principalmente dalla scarsa gestione dei rifiuti, dal turismo di massa e dalla navigazione commerciale, con l’Italia tra i maggiori responsabili di questa emergenza.
L’Italia, insieme ad altri Paesi come Egitto e Turchia, contribuisce in modo significativo al problema, con Roma tra le città più inquinate del bacino mediterraneo. L’inquinamento da plastica, sia macro che micro, continua a rappresentare una minaccia grave per la biodiversità marina e per l’equilibrio degli ecosistemi costieri.
Proteggere il Mediterraneo dall’inquinamento da plastica richiede azioni urgenti e coordinate a livello internazionale. È essenziale adottare politiche più stringenti per ridurre la produzione di plastica, migliorare la gestione dei rifiuti e promuovere comportamenti più sostenibili nella società. Solo così potremo preservare questo tesoro naturale e culturale per le generazioni future.