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Il Mar Mediterraneo è stato contagiato, il problema è concreto: esperti preoccupati

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Chiara R

Il Mar Mediterraneo sta diventando come il Pacifico: anche nel nostro mare ci sono isole di rifiuti e gli esperti sono molto preoccupati.

Rifiuti Mar Mediterraneo – Ttiviaggi.it

La questione della plastica è una delle più pressanti a livello globale, considerato l’impatto devastante che questo matriale sta avendo sull’ambiente. Nonostante le buone intenzioni e le iniziative dell’Europa, come la promozione del vuoto a rendere o i tappi delle bottigliette attaccati, la situazione appare molto più grave di quanto si pensasse. Già nel 2015, Greenpeace UK aveva lanciato l’allarme sulla crescente presenza di plastica negli oceani.

Allarme plastica nel Mar Mediterraneo

L’Oceano Pacifico è tristemente famoso per la sua Great Pacific Garbage Patch, un’enorme isola di plastica grande quanto tre volte la Francia. Le forti correnti marine raccolgono i rifiuti in quest’area, creando una delle concentrazioni di plastica più alte al mondo. Organizzazioni come Ocean Cleanup lavorano incessantemente per rimuovere questi rifiuti, cercando di evitare che si frammentino in microplastiche, le quali possono essere ingerite dalla fauna marina e finire nella catena alimentare umana.

Anche nel Mediterraneo la situazione è allarmante. I satelliti Sentinel-2 del programma Copernicus, gestito congiuntamente dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), hanno rivelato una mappa dettagliata dell’inquinamento da plastica. Le immagini catturate dai satelliti hanno evidenziato la presenza di migliaia di strisce di rifiuti galleggianti, con lunghezze variabili tra 1 e 20 km.
I ricercatori hanno guidato un team che ha analizzato circa 300.000 immagini satellitari scattate ogni tre giorni per sei anni, con una risoluzione spaziale di 10 metri. Sebbene i satelliti non siano progettati specificamente per rilevare i rifiuti, gli accademici sono riusciti a ricostruire il quadro dell’inquinamento marino utilizzando supercomputer e algoritmi avanzati.

Plastica nei mari

L’uso di supercomputer e algoritmi è una strategia promettente per vari contesti. La capacità di rilevamento però migliorerebbe notevolmente con una tecnologia di osservazione dedicata alla plastica. Un simile strumento sarebbe utile anche per altre attività, come il monitoraggio degli sversamenti di petrolio, le perdite di carico dalle navi e le operazioni di ricerca e salvataggio in mare.

Cosa si può fare per l’ambiente

Oltre a questi studi, un’altra iniziativa rilevante coinvolge Terna e Wsense, che stanno testando le potenzialità dell’Internet of Underwater Things (IoUT) per il monitoraggio e la protezione degli ecosistemi marini. Questa collaborazione rappresenta un passo avanti significativo nella salvaguardia della salute dei nostri mari.
La lotta contro l’inquinamento da plastica è complessa e richiede uno sforzo coordinato a livello globale. È fondamentale continuare a sviluppare tecnologie innovative e a promuovere iniziative che riducano l’impatto della plastica sull’ambiente.

Chiara R

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