Quest’estate sarà possibile entrare gratis nelle spiagge più esclusive senza pagare nulla. Cosa succede?
Potrebbe davvero essere questo il ricordo dell’estate 2024? La situazione è caotica, con i concessionari balneari abbandonati a se stessi e diventati di fatto abusivi a causa del rifiuto del governo Meloni di applicare la direttiva europea Bolkestein. Questa direttiva è nata per evitare monopoli sulle risorse pubbliche e garantire migliori servizi a prezzi competitivi. Tuttavia, in Italia accade l’opposto: le spiagge vengono concesse agli stessi proprietari per decenni a canoni di affitto vantaggiosi e non legati ai ricavi.
Sarà possibile entrare gratis nelle spiagge degli stabilimenti
Le concessioni balneari sono scadute. Il Consiglio di Stato ha ribadito che l’uso di un bene pubblico, come le spiagge, deve essere messo a gara e che la proroga delle concessioni non è più possibile. Nonostante questo, il governo non si è allineato alla decisione del massimo organo della giustizia amministrativa e ha prorogato le concessioni per un altro anno, rischiando una procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Intanto, iniziano le prime “invasioni”: l’associazione Mare Libero ha piantato ombrelloni proprio negli stabilimenti più noti. Cosa accadrà ora a queste spiagge?
Gli stabilimenti balneari operano su concessioni demaniali rilasciate dai comuni per decenni, a canoni di affitto vantaggiosi indipendentemente dai loro ricavi. La direttiva europea Bolkestein prevede che la gestione di tali beni pubblici sia decisa tramite gare aperte alla concorrenza, mettendo in crisi l’attuale sistema di concessioni. Ma quanto pagano effettivamente questi stabilimenti?
Secondo i dati del portale Sid del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è possibile fare degli esempi partendo dai più noti stabilimenti italiani. Nel 2024, il Twiga di Flavio Briatore ha pagato allo Stato 22.905,65 euro di canone per la concessione demaniale, una cifra inferiore di oltre mille euro rispetto all’anno precedente grazie a una riduzione decisa dal ministero guidato da Matteo Salvini. Nel 2023, l’azienda aveva dichiarato un fatturato di 8,2 milioni di euro, con un utile di 636 mila euro. Proprio al Twiga, l’associazione Mare Libero ha piantato ombrelloni e asciugamani tra lettini e baldacchini dello stabilimento.
Cosa succederà agli stabilimenti?
Nel 2024, il destino delle spiagge libere e degli stabilimenti è incerto. Il governo Meloni continua a rimandare l’applicazione delle gare previste dalla direttiva Bolkestein, nonostante sia già applicabile come norma europea. Senza un accordo tra governo e Commissione, il prossimo passo potrebbe essere il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea, con possibili ripercussioni per il settore e i contribuenti, mentre le elezioni europee si avvicinano, aumentando il rischio di strumentalizzazioni politiche.