La variante Covid immuno evasiva porta alla morte certa e i medici non si aspettavano un impatto violento di questo tipo. È allarme?
L’evoluzione del Covid e le sue varianti continuano a essere oggetto di studio e preoccupazione per la comunità medica. Tra le recenti scoperte, emerge un caso straordinario che mette in evidenza la pericolosità delle varianti immunevasive.
È un caso allarmante quello che emerge dalla cronaca medica: una variante del Covid immunevasiva sta suscitando preoccupazione e sgomento tra gli esperti. Questo nuovo ceppo del virus ha dimostrato una capacità di eludere le difese immunitarie così elevata da portare alla morte certa, lasciando medici e ricercatori stupefatti di fronte alla sua aggressività e pericolosità.
Il caso che ha scosso la comunità medica riguarda un uomo olandese di 72 anni, che ha combattuto contro il Covid per ben 613 giorni. Un periodo di infezione straordinariamente lungo, mai documentato prima, durante il quale il virus ha avuto il tempo di mutare in una nuova variante estremamente pericolosa.
Quando l’uomo contrasse l’infezione nel febbraio del 2022, la sua condizione immunologica era estremamente compromessa. Era in terapia con farmaci immunosoppressori a seguito di un trapianto allogenico di cellule staminali, necessario per trattare una sindrome mielodisplastica-mieloproliferativa, una forma di cancro del sangue, e altre patologie. Inoltre, aveva sviluppato un linfoma diffuso a grandi cellule B dopo il trapianto, per il quale era stato trattato con il farmaco antitumorale rituximab. Questo farmaco, pur contrastando il tumore, aveva compromesso ulteriormente il suo sistema immunitario, rendendolo incapace di produrre una risposta efficace contro il virus Sars-Cov-2.
Nonostante avesse ricevuto diverse dosi di vaccino contro il Covid in precedenza, la sua condizione lo rendeva vulnerabile all’infezione persistente. I medici hanno tentato vari trattamenti, incluso l’uso di anticorpi monoclonali e altri farmaci, ma senza successo.
Il periodo prolungato di infezione ha portato allo sviluppo di una variante del virus particolarmente pericolosa e immunevasiva. Gli specialisti hanno spiegato che mentre nei pazienti sani l’infezione può essere eliminata entro giorni o settimane, negli individui immunocompromessi può verificarsi una persistenza dell’infezione con conseguente evoluzione virale. Questo può portare ad un aumento del numero di mutazioni nel genoma del virus, rendendolo ancora più difficile da contrastare.
Il caso del paziente olandese, che sarà presentato all’ESCMID Global Congress 2024, mette in luce il rischio che le persone immunocompromesse possano essere terreno fertile per lo sviluppo e la diffusione di nuove varianti del virus, come già accaduto con la variante Omicron.
Questo caso sconcertante evidenzia l’importanza di proteggere le persone immunocompromesse e di adottare misure rigorose per prevenire la diffusione del virus. È necessario continuare a monitorare da vicino l’evoluzione del Covid e adattare le strategie di lotta di conseguenza, al fine di proteggere la salute pubblica e mitigare i rischi legati a varianti sempre più pericolose e immunevasive.
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