Il turismo di massa è un fenomeno che sta portando sempre più paesi a optare per delle restrizioni nei confronti dei viaggiatori. Ecco chi si aggiunge.
La crescente insoddisfazione dei cittadini spagnoli alimenta un’ondata di proteste contro il turismo che si diffonde dalle pittoresche isole Balneari alle incantevoli Canarie, dalle vivaci strade di Barcellona ai panorami di Malaga. L’appello “Le Canarie sono esauste” è diventato il grido di battaglia per mobilitare i residenti a difesa di questo arcipelago situato al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, rinomato per i suoi scenari vulcanici e il clima soleggiato che lo contraddistingue.
Il movimento mira a proteggere i residenti dall’assalto sempre più intenso dei turisti, una sfida che non riguarda solo le Canarie ma l’intera Spagna. Tenerife, l’isola principale dell’arcipelago, si trova al centro della lotta, con la comunità che si oppone alla costruzione di due grandi complessi alberghieri. L’obiettivo è bilanciare il benessere dei locali con l’importanza economica del turismo, un settore vitale per la nazione, che la colloca al secondo posto al mondo dopo la Francia come destinazione turistica.
La situazione è diventata critica considerando che lo scorso anno le Canarie hanno accolto 16 milioni di visitatori, sette volte la popolazione residente di 2,2 milioni. Victor Martin, portavoce del collettivo, ha denunciato questa situazione definendola un “sviluppo suicida”. Ma non sono solo le Canarie a protestare. In tutta la Spagna, movimenti anti-turismo stanno emergendo sui social network. A Malaga, cuore del turismo balneare dell’Andalusia meridionale, si vedono scritte come “Questa era la mia casa” o “Puzza di turista” sulle porte degli alloggi destinati ai visitatori, sebbene sembrino avere poco impatto sulla marea di turisti.
Il sovraffollamento turistico porta con sé una serie di disagi per i residenti. Le case diventano sempre più inaccessibili, i centri storici si svuotano mentre l’inquinamento ambientale e acustico aumenta. In regioni come la Catalogna, già alle prese con una grave siccità, gli hotel sulla Costa Brava stanno esaurendo le riserve idriche, portando la regione sull’orlo dell’emergenza.
Il problema non riguarda solo i residenti, ma anche il mercato immobiliare, con la necessità di limitare gli appartamenti destinati al turismo per evitare ulteriori danni. Tuttavia, le autorità si trovano di fronte a una sfida complessa, dovendo bilanciare la necessità di proteggere i residenti con l’importanza economica del turismo, che rappresenta il 12,8% del PIL e il 12,6% dei posti di lavoro in Spagna. Città come San Sebastian e Siviglia stanno limitando l’afflusso di turisti, mentre Barcellona sta cercando di restituire spazi pubblici ai residenti. Tuttavia, la soluzione al problema dell’overtourism richiederà un approccio equilibrato che tenga conto delle esigenze sia dei residenti che dell’industria turistica.
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