In Egitto non si smette mai scoprire ed esplorare. Gli archeologi sono rimasti senza parole dopo aver risolto il rebus.
Nel mondo dell’archeologia, spesso si tende a pensare che sia una disciplina antiquata, priva di nuove scoperte significative. Ma la realtà è ben diversa: grazie alle ultime tecnologie e alle metodologie sempre più avanzate, l’archeologia è più vitale che mai. Le moderne tecniche, come l’uso dei raggi X per l’analisi delle piramidi, consentono di fare scoperte straordinarie in modo poco invasivo ma estremamente efficace. E dall’Egitto giungono notizie che confermano questo fervore.
Nuova scoperta in Egitto che risolve un rebus durato secoli
L’Egitto, con la sua ricca storia e il suo fascino millenario, è una terra che continua a offrire tesori straordinari agli occhi degli archeologi. Una di queste scoperte ha risolto un mistero che perdurava da secoli: si tratta di una statua antica che ha tenuto in sospeso gli studiosi per decenni.
La storia di questa statua ha inizio quasi cento anni fa, quando Gunther Roeder scoprì una parte di essa nel 1930. Si trattava di un frammento, un torso incompleto. Ma solo recentemente gli archeologi hanno rinvenuto un blocco di 3,8 metri che ha completato la statua. Questo blocco contiene la parte superiore del torso e il volto di Ramses II, sovrano egiziano di grande importanza storica. Sulla testa della statua si possono osservare una corona e un copricapo adornato con un cobra reale, mentre lungo la colonna che sorregge la statua sono incisi geroglifici che celebrano il sovrano.
Attualmente, questo nuovo reperto non è ancora stato unito al frammento originale, ma si stima che una volta completato, la statua raggiungerà un’altezza di oltre sette metri. Gli esperti descrivono il materiale utilizzato come variopinto, con sfumature di rosso, marrone, beige e bianco, dovute alla presenza di argilla, carbonato di calcio e altri minerali.
Quali sono le prossime mosse da parte degli archeologi?
Per garantire la massima conservazione e qualità del reperto, gli archeologi stanno utilizzando moderne tecnologie digitali per effettuare una prova di unione al computer, in modo da avere un’idea precisa dell’aspetto finale della statua.
La scoperta è avvenuta ad El Ashmunein, conosciuta anticamente come Khemmu o la Città degli Otto, che era la capitale di Hermopolis. Questa scoperta, avvenuta durante le ricerche di un tempio e di un centro religioso, offre nuove speranze agli archeologi per futuri ritrovamenti.
La spedizione è guidata da Basem Gehad, archeologo del Ministero egiziano, insieme a Yvona Trnka-Amrhein dell’Università del Colorado. Questa straordinaria scoperta conferma ancora una volta che l’Egitto è una fonte inesauribile di meraviglie archeologiche che non smette mai di stupire il mondo.