Cambia tutto: se non combatti il cambiamento climatico, non solo trascuri un imperativo morale e ambientale, ma commetti un crimine contro l’umanità secondo la nuova sentenza.
La crescente frequenza e intensità degli eventi climatici estremi evidenziano in modo sempre più chiaro la crisi climatica che stiamo affrontando. Sebbene i governi abbiano adottato misure per affrontare questa emergenza, spesso le politiche messe in atto si rivelano inefficaci nel fronteggiare veramente la portata dei problemi.
La battaglia legale per il cambiamento climatico
Mentre l’attenzione internazionale si concentra sull’Accordo di Parigi e su altre iniziative globali, molte azioni concrete a livello nazionale non sono state sufficienti nel rispettare gli impegni presi. Questo divario tra promesse e azioni ha portato alla nascita di un nuovo campo di battaglia: i tribunali.
La Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) si è recentemente trovata al centro di questa lotta legale, emettendo una sentenza senza precedenti che potrebbe rivoluzionare il modo in cui governi e aziende affrontano la crisi climatica.
Il verdetto che cambia le regole del gioco
Il caso che ha portato a questa sentenza epocale ha avuto origine in Svizzera, grazie al coraggio di un gruppo di cittadine anziane noto come le KlimaSeniorinnen. Queste donne hanno portato il loro governo davanti alla CEDU, accusandolo di inazione sul fronte climatico e sostenendo che questa inazione mettesse a rischio le loro vite, soprattutto a causa dell’aumento delle ondate di calore.
In un colpo di scena sorprendente, la CEDU ha dato ragione alle querelanti, stabilendo che l’inadeguatezza delle misure climatiche adottate dalla Svizzera costituisce una violazione dei diritti umani sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani.
Questa decisione segna un punto di svolta nella lotta contro il cambiamento climatico, aprendo la strada a potenziali cause legali che potrebbero costringere governi e aziende a intensificare i loro sforzi per affrontare l’emergenza climatica. La sentenza si fonda sul principio fondamentale che ogni individuo ha diritto a vivere in un ambiente sicuro e salubre, e che i governi hanno il dovere di proteggere questo diritto con politiche efficaci e adeguate.
Nonostante il caso abbia radici nelle politiche nazionali svizzere, l’impatto della sentenza della CEDU si fa già sentire a livello globale. Giuristi e attivisti ambientali prevedono che questa decisione possa influenzare non solo le future decisioni legali europee, ma anche quelle in altri continenti. Cause simili sono già in corso negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, dove le corti stanno iniziando a considerare l’inazione sul cambiamento climatico come una violazione dei diritti umani.