Addio allo smart working, la nuova legge lo conferma: cosa cambia per tutti i dipendenti

L’addio allo smart working sembrerebbe essere definitivo. Ecco cosa cambierà dal 1° aprile per coloro che ne usufruiscono.

Addio smartworking
Addio smartworking – Ttiviaggi.it

Se lo smart working era stato accolto in maniera positiva in seguito alla recente pandemia da Covid-19, nel corso di pochi anni la situazione ha visto un ribaltamento totale. Da una soluzione efficace ed economica per le aziende si è presto trasformato in un modello di lavoro difficile da tenere d’occhio per le aziende. Ma dal 1° aprile ci penserà una legge a porre fine al dilemma del lavoro agile che molti datori di lavoro non sono più disposti ad appoggiare.

Addio allo smart Working, cosa succede dal 1° aprile

Con il recente rifiuto dell’emendamento al decreto milleproroghe, il quale avrebbe prolungato ulteriormente il periodo di validità dello smart working nel settore privato per genitori con figli sotto i 14 anni e lavoratori fragili, il 31 marzo segna la fine delle regole a favore di queste categorie di dipendenti. A partire dal 1° aprile, nel settore privato, l’accesso allo smart working non seguirà più criteri di priorità; spetterà al datore di lavoro decidere se concedere o meno questa modalità lavorativa in base alle proprie esigenze, ponendo l’accordo tra datore di lavoro e dipendente al centro della questione.

Nonostante la maggior parte delle aziende non veda particolarmente di buon occhio il lavoro da remoto, lo smart working sta diventando sempre più attraente per alcune imprese desiderose di attrarre e trattenere talenti. Molte aziende hanno già delegato la regolamentazione di questa pratica a accordi collettivi aziendali, stabilendo i giorni in cui i dipendenti possono lavorare in sede e quelli in cui possono lavorare da remoto.

Chi non potrà più lavorare da casa?
Chi non potrà più lavorare da casa?

In settori come quello bancario, ci sono esempi di aziende che offrono pacchetti di flessibilità considerevoli, consentendo agli impiegati di gestire il proprio orario e di lavorare da remoto per un numero definito di giorni all’anno. Questo trend è confermato da un report del Politecnico di Milano, che evidenzia come lo smart working si stia consolidando sempre di più, con solo una piccola percentuale di aziende indecise sul suo futuro utilizzo.

Cosa succede nella Pubblica Amministrazione?

Nella pubblica amministrazione, la situazione è cambiata dal 31 dicembre scorso, quando è scaduta la disposizione che obbligava a garantire lo smart working ai lavoratori fragili. Nonostante ciò, il governo ha permesso ai dirigenti di stipulare accordi individuali per proteggere i dipendenti più vulnerabili alla salute attraverso il lavoro agile, mantenendo così una certa flessibilità organizzativa. È importante notare però, che l’aumento dello smart working potrebbe influenzare la continuità e la qualità dei servizi pubblici offerti, un aspetto che non può essere trascurato nonostante gli sforzi per garantire la sicurezza dei dipendenti fragili.

Gestione cookie