Il turista sciatore deve ormai prepararsi a dire addio alle gioie delle piste innevate, poiché il futuro prevede che non potrà più esistere, una notizia alquanto preoccupante che prospetta cambiamenti significativi nel mondo degli sport invernali.
C’è un aspetto drammatico che sta provocando notevoli cambiamenti nella montagna (e non solo) rispetto a come la conoscevamo, con un impatto sempre più rilevante nel corso degli anni: il cambiamento climatico, noto come climate change, è ormai una realtà consolidata e inarrestabile.
La quantità di neve brillante è notevolmente diminuita, e c’è stata una dichiarazione, in un certo senso scioccante: entro il 2040, il turista-sciatore non avrà più spazio.
Fine dello sci e del turista sciatore
Il professore Carlo Visentin, insegnante al Master in International Tourism presso l’Università della Svizzera Italiana, è stato diretto nelle sue dichiarazioni al Corriere del Ticino: “La stagione degli sport invernali come la conosciamo oggi non ha prospettive. I rapidi cambiamenti climatici sono destinati ad aumentare, anno dopo anno, i problemi dovuti alla mancanza di neve sulle Alpi. Sfortunatamente, i oltre 150 milioni di appassionati sciatori che affollano ogni anno centinaia di località sciistiche dovranno adattarsi a diverse modalità per godersi la classica vacanza bianca“.
Entro un ventennio, gli impianti di risalita non saranno più attivabili, e ciò implica una “riconversione” del prodotto-neve e del bene-montagna, su cui operatori, comunità e amministrazioni locali dovranno cominciare a riflettere immediatamente.
Il professore ha continuato: “Non illudetevi di fronte a una nevicata più intensa di altre, perché, purtroppo dal punto di vista turistico, la stagione degli sport invernali non ha futuro. Già ora il periodo per sciare si è ridotto di un mese rispetto al recente passato: i costi per le imprese sono uguali, se non maggiori, ma i profitti si sono inevitabilmente ridotti. Inoltre, domina l’imprevedibilità: una volta si programmava la settimana bianca con mesi di anticipo, oggi è impossibile farlo“.
Verso il tramonto inevitabile della settimana bianca
Il mito della “settimana bianca” ha iniziato inevitabilmente a svanire. La quantità di neve sulle montagne è notevolmente ridotta, e il 62% dei vacanzieri oggi opta per soggiorni brevi, con una media di due pernottamenti: solo il 9% degli italiani ha pianificato sette o più notti, e una delle ragioni è legata anche al budget.
Inoltre, secondo l’indagine dell’Osservatorio di Confcommercio, solo l’1% degli appassionati di montagna ha come obiettivo principale gli sport sulla neve, soprattutto lo sci: il 40% degli intervistati, invece, predilige escursioni naturalistiche e altre attività come visite a mercatini, centri benessere e SPA, degustazioni di prodotti tipici, relax e riposo.
Questa tendenza, insieme all’incognita sempre più pressante dell’innevamento, sta contribuendo a ridefinire e trasformare le caratteristiche dei servizi turistici in montagna, rendendoli sempre meno dipendenti dalla “dama bianca”.