Un sogno ricorrente: una fuga dalla frenesia quotidiana e dal caos. Ma chi davvero ha il coraggio di mettere in pratica questo desiderio?
Ha deciso di abbandonare tutto e vivere isolato a 1500 metri di altezza. Una scelta che potrebbe sembrare audace, ma lui l’ha compiuta. Chi di noi non ha mai pensato di mollare tutto e andarsene? Di sentirsi soffocati dalla routine quotidiana e dalle persone intorno a noi, tanto da desiderare l’isolamento completo. C’è chi ha effettivamente fatto questa scelta. Un cambiamento radicale e coraggioso, come raccontato nella storia di oggi.
Grazie ad un’intervista su YouTube, da parte di Bernardo Cumbo, è stato possibile conoscere la storia di questo uomo che ha deciso di vivere lontano da tutti a 1500 metri di altezza. Questo signore ha deciso di lasciare tutto e trasferirsi in un rifugio montano immerso nel silenzio e nella natura incontaminata.
Il perché di questa scelta non è semplice: c’è sicuramente il bisogno di solitudine, di staccare la spina dalla routine logorante, di ritrovare se stessi in un ambiente puro e incontaminato. La sua casa è Baita Bruseda, un rifugio disabitato da anni che lui ha ristrutturato e reso accogliente. L’energia elettrica arriva da un pannello solare, l’acqua da una sorgente sorgiva. Il cibo? Per lo più coltivato direttamente in un piccolo orto.
Perché la felicità, per lui, è qui. In questa baita sperduta tra le montagne, nella pace e nella tranquillità della natura. Una scelta controcorrente, forse, ma che lo rende libero e appagato.
La vita isolata non è per tutti: bisogna essere forti mentalmente e fisicamente, capaci di adattarsi a una vita spartana, senza le comodità a cui siamo abituati. Bisogna sapersi accontentare di poco, essere abili con i lavori manuali e, soprattutto, avere la capacità di gestire la solitudine.
Non nasconde le difficoltà di questa scelta, anzi, le sottolinea con forza. Non è una vita facile, non è una fuga romantica dalla realtà. È una scelta consapevole, fatta con coraggio e determinazione. Le giornate scorrono lente, scandite dai ritmi della natura. Il silenzio è assoluto, rotto solo dal canto degli uccelli e dal fruscio del vento tra le foglie. Un silenzio che può essere assordante all’inizio, ma che poi diventa una melodia dolce e rassicurante.
La solitudine non è un peso, è un’occasione per riflettere, per ascoltare il proprio io più profondo, per ritrovare un equilibrio con la natura. Ogni tanto la nostalgia si fa sentire, ad esempio il concedersi un buon pasto in città, la compagnia di un amico, un film al cinema. Afferma che sono comunque piccoli piaceri a cui si rinuncia, perché non necessari per essere felici.
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