L’aria che respiriamo è ancora troppo inquinata. Lo rivela l’ultimo il report sull’inquinamento atmosferico nei capoluoghi italiani.
Vi devo dire una cosa: l’aria che respiriamo nelle nostre città non è proprio il massimo. Lo so, lo so, lo diciamo da un po’, ma è importante continuare a parlarne perché la situazione è ancora preoccupante. Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sono causa di decessi prematuri e disturbi in persone che già presentano patologie. È dovere di tutti quindi, proteggere il nostro corpo e quello degli altri, facendo il massimo che possiamo per salvaguardare l’ambiente.
La situazione dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane rimane stabile, ma ancora motivo di preoccupazione per la salute pubblica. Legambiente, nell’edizione più recente di Mal’aria di città, riporta un bilancio contrastato del 2023. Sebbene si osservi un miglioramento nei livelli di polveri sottili (PM10 e PM2,5) e ossidi di azoto (NO2) rispetto al 2022, questo è principalmente attribuibile alle condizioni meteorologiche favorevoli anziché a politiche ambientali efficaci.
Il dato preoccupante è che ancora 18 città italiane, su 98 monitorate, hanno superato il limite di PM10 per più di 35 giorni l’anno. Se le soglie previste per il 2030 fossero già in vigore, la maggior parte delle città sarebbe fuorilegge. Tra le città con più superamenti dei livelli di PM10 spicca Frosinone, con 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66 giorni), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia (62).
Nonostante ciò, considerando le medie annuali, le città italiane rispettano complessivamente i limiti normativi per PM10, PM2,5 e NO2. Tuttavia, i dati rimangono sostanzialmente stabili negli ultimi cinque anni, con solo il biossido di azoto che mostra una tendenza al ribasso in alcune città.
L’inquinamento atmosferico causa gravi danni alla salute. L’Organizzazione mondiale della sanità ha recentemente introdotto nuovi parametri più severi, e l’Unione europea sta revisionando la Direttiva sulla qualità dell’aria.
Sebbene vi sia un miglioramento nell’inquinamento atmosferico, questo avviene a un ritmo troppo lento, soprattutto considerando l’importanza della salute pubblica. Gli standard più rigorosi proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unione Europea per il 2030 mettono in luce la necessità di un intervento urgente. Se tali limiti fossero già in vigore, solo una minoranza di città italiane rispetterebbe gli standard, evidenziando la distanza dalle linee guida dell’OMS sull’inquinamento atmosferico.
Cosa possiamo fare per migliorare e aiutare a questa situazione di allarme? Dobbiamo impegnarci per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle nostre città. Le soluzioni esistono: incentivare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile, ridurre il traffico veicolare, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e promuovere la diffusione di fonti di energia rinnovabile.
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