La crisi climatica è ormai in atto e a rimetterci purtroppo sono i primis gli animali: ecco un’altra specie che non ce l’ha fatta
Studi , ricerche e università, provano continuamente a contrastare l’impatto del cambiamento climatico. I risultati però non sono dei migliori, molti animali infatti continuano a morire e alcune specie a estinguersi.
Chi è a rischio?
Tutti i cambiamenti meteorologici a cui assistiamo continuamente, sono solo la punta dell’iceberg. Quello che non vediamo, che purtroppo si cela sotto questo effetto, sono le tantissime specie di animali che rischiano l’estinzione ogni giorno. Vediamo spesso stormi di uccelli volare in periodi strani, rondini che ormai non arrivano più a primavera ma molto in anticipo e banchi di pesci o altri mammiferi marini che si spostano in momenti diversi rispetto al loro solito.
Lunghe ricerche portate avanti da scienziati, stanno tristemente affermando che questa volta sono a rischio un quinto delle specie dei pesci d’acqua dolce. A lanciare l’allarme è l’esperta Kathy Hughes che si occupa proprio di pesci d’acqua dolce. La motivazione che si cela dietro la scomparsa di questi, è dovuta dall’abbassamento del livello delle acque e ovviamente ai troppi cambiamenti climatici.
Su 14.898 sono 3.086 i pesci d’acqua dolce che rischiano l’estinzione e per questo motivo vanno direttamente nella lista rossa per l’Unione e la Conservazione della Natura. Dei numeri troppo grandi che fanno rabbrividire e chiedere cosa sarà di questo mondo tra qualche anno.
Non solo animali, ma anche piante a rischio
Gli animali di tutto il mondo non sono gli unici ad essere a rischio, lo sono anche infatti le piante e gli alberi. Anche loro, come gli altri esseri viventi, risentono dei cambiamenti del clima e dell’innalzamento delle temperature. Quando la natura non è causa dell’estinzione precoce, a volte c’è lo zampino dell’uomo che con la sua voglia di caccia non controllata non si rende conto dei danni che causa.
In Kenya, il ladro dai denti grandi, in Mekong il pesce gatto gigante e il salmone atlantico, sono solo alcune delle specie a rischio di estinzione a causa degli effetti climatici, mentre le tartarughe verdi sono vittime delle battute di pesca industriale che finendo nelle reti si ritrovano spesso pronte alla morte. Per non parlare delle sue uova, che oltre a essere a rischio con le alte temperature, vengono considerate molto prelibate dall’uomo e quindi catturate per scopi culinari.
Anche il mogano a foglie grandi negli ultimi 180 anni ha più che dimezzato la sua presenza. Questo non per le condizioni climatiche, ma per essere un legno molto pregiato e utilizzato per mobili e strumenti musicali. Per fortuna in America centrale, è diventato illegale abbatterlo.