La montagna sta subendo dei gravi colpi, sopratutto durante l’inverno. Ci sono però dei nuovi modi in cui viverla
In molti abbiamo tristemente notato quello che sta accadendo nelle nostre montagne: c’è sempre meno neve. Il cambiamento climatico in corso, sta veramente mettendo in ginocchio molte realtà. Per garantirsi infatti un lavoro anche durante la stagione invernale, nelle Alpi e negli Appennini, si è costretti a innevare artificialmente le piste. Una tecnica non troppo eco friendly, visti gli smoderati consumi di acqua, energia e di suolo.
L’Italia si rimbocca le maniche
Dalla Svizzera e dall’Austria, fino ad arrivare alla punta dello stivale, arrivano dei nuovi modi di fare turismo in montagna. Come? Ampliando l’offerta ai turisti, puntando a raggiungere la valorizzazione dell’ambiente ma anche a garantire un servizio valido e interessante. Il Piemonte, risulta un ottimo modello da seguire, riuscendo ad aiutare destinazioni invernali che stanno subendo dei danni.
La Valle D’Aosta non è da meno: unendo agricoltori, allevatori e artigiani, riesce a promuovere un turismo responsabile e sostenibile. L’associazione si chiama Naturavalp e sta riuscendo nell’intento di salvaguardare il territorio. Quando si dice che il gioco di squadra, porta al successo.
Non solo al nord dell’Italia, ma anche al sud ci sono delle cooperative o associazioni, pronte a darsi da fare per il pianeta. La Valle dei Cavalieri di Succiso, situata nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, è proprio una di queste ed è diventata un modello da seguire per contrastare lo spopolamento animale.
Per attività come ciaspolate, trekking e canoa, la Calabria con l’associazione Cammini Sila, si rende una ottima partecipante in grado di contribuire al bene del nostro pianeta. Anche in Sardegna, al comprensorio Broncu Spina, si sensibilizzano i turisti. Infatti, nonostante il sistema di risalita non sia più attivo da anni, i visitatori curiosi si avventurano assieme a una guida, tra le montagne.
Come contribuiscono Austria e Svizzera
A causa degli elevati costi di manutenzione e gestione degli impianti sciistici, il Dobratsch in Austria è stato chiuso. Dal 2021 quindi, questa attività non esiste più, ma è stata però smantellata, venduta e grazie ad una promozione di turismo meno accanito, sono riusciti a non farla morire ma a valorizzarla sostenibilmente.
Stessa storia in Svizzera nella stazione sciistica degli anni ’70 nel Monte Tamaro. Ben 21 anni fa, ha deciso di chiudere i battenti durante la stagione invernale, puntando ad un turismo diverso che prevede trekking e una stazione termale, aperta 365 giorni l’anno.