Architetti di tutte le epoche hanno esplorato il rapporto tra uomo e natura e hanno dato vita a opere architettoniche decisamente singolari.
L’esigenza di vivere a contatto con la natura è qualcosa che sempre più persone provano negli ultimi anni. Forse spinti dall’esperienza della pandemia che ci ha tenuti chiusi in casa per mesi, abbiamo riscoperto l’importanza di avere intorno a noi zone prive di costruzioni in cemento e senza il caos della civiltà. Il bisogno di contatto con la natura, in realtà, è un sentimento molto antico, che gli architetti di tutte le epoche hanno cercato di esplorare in diversi modi.
Se la maggior parte delle persone si limita a costruire la propria casa in zone con ampie distese naturali, ci sono alcuni esperti di design che vanno oltre e realizzano costruzioni che si incastrano con la natura in un modo decisamente originale. Più che “case nella natura”, la rivista Esquire le chiama “case dentro la natura”, e sono esempi decisamente curiosi di come concepiamo il nostro rapporto con lo spazio che ci sta intorno.
Abitare nella natura è possibile, ma non è certo economico
L’esempio più celebre è probabilmente la casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright, un complesso architettonico costruito esattamente sopra una cascata naturale. Situata a Mill Run, in Pennsylvania, questa straordinaria casa è un capolavoro del modernismo di metà secolo e un esempio emblematico dell’approccio di Wright all’architettura organica.
Le terrazze sporgenti e le ampie vetrate offrono viste spettacolari della natura circostante e permettono ai suoni della cascata di permeare gli interni. L’interno della casa è altrettanto impressionante, con spazi aperti, mobili incorporati e un’attenzione maniacale al dettaglio, tutti tratti caratteristici dello stile di Wright (che è anche il responsabile di altri progetti celebri, come il Museo Guggenheim a New York City).
Un altro celebre esempio di casa costruita dentro la natura è la Casa nella roccia che si trova nel deserto dell’Arabia Saudita. La designer Amey Kandalgaonkar ha raccontato di aver preso ispirazione dell’architettura delle tombe scavate nella roccia di Madain Saleh in Arabia Saudita.
L’approccio di Kandalgaonkar al design è stato quello di mantenere una semplicità nelle forme e nella composizione, utilizzando forme semplici come i cubi per ottenere un equilibrio visivo che rispetti la complessità e la bellezza naturale del paesaggio circostante. L’obiettivo era di minimizzare l’impatto visivo della struttura a livello del suolo, mantenendo una presenza discreta nel paesaggio. Non a caso, la vera estensione dell’intervento architettonico si rivela pienamente solo da una vista aerea.