Ci sono delle cose da non dire ai bambini, poiché ne condizionano la crescita. Essere bravi genitori è difficile, diventarlo è possibile.
Non si tratta di semplici moniti, ma di come nel corso dell’esistenza le varie fasi della vita siano contraddistinte da situazioni concrete che possono determinare la felicità futura di un individuo. Un bambino rappresenta il futuro, con conseguenze positive o negative, o entrambe. Cosa significa? Vuol dire che per essere un adulto consapevole, responsabile e sano psicologicamente, occorre essere stato un bambino amato, ma non solo: serve farlo nel modo giusto. Guida per sapere cosa dire e cosa non ai bambini. Diventare bravi genitori è possibile.
Essere dei genitori perfetti è un’utopia, anche perché anche sbagliando si impara. Tutto serve, poiché di tutto si fa esperienza, ma come comportarsi quando i propri gesti, azioni, intenzioni e parole possono condizionare fortemente il mondo di essere del proprio figlio? Innanzitutto, occorre partire con la consapevolezza che non si può essere impeccabili. Anche i genitori sbagliano, e questo va accettato sia dai figli che dai genitori stessi.
Segue poi l’altra condizione, quella di fare. Seguendo questa guida è possibile comprendere il potere di alcune parole, le quali dette in modo errato, possono generare delle conseguenze dannose. Ecco di cosa si tratta, soprattutto come crescere insieme ai propri figli.
Cosa non dire ai bambini, una guida per crescere insieme
Crescere insieme significa affacciarsi sul mondo con una visione differente, ma che cammina di pari passo. I genitori per evolvere e raggiungere la fase matura, mentre i figli per diventare sé stessi e avere gli strumenti per conoscere e vivere appieno un’esistenza fatta di amore e felicità. Ma cosa fare quando i traumi del passato condizionano l’età adulta? Ecco quali sono le 10 frasi da non dire ai bambini, poiché ne potrebbero minare la sicurezza, il modo di dare amore, e soprattutto possibili condizioni psicologiche di disagio.
E’ risaputo che il “rinforzo” migliore di una strategia di insegnamento sia proprio l’autostima. Questa è fatta di consapevolezza, amore verso sé stessi e gli altri, e propositività. Soltanto unendo queste condizioni è possibile comprendere perché alcune frasi non vanno dette. La prima fra tutte è “Non fare”. E’ chiaro che venga detto al bambino proprio per evitare di far qualcosa di pericoloso, tipo di non fare “monellerie”, ma non è il modo giusto. Bisognerebbe mostrare lui un’alternativa, mostrando un no consapevole e manifestando fermezza, altrimenti potrebbe confondersi. Ma su cosa dire di no?
Non sul bambino in sé, ma puntualizzare sul fatto che bisogna dire di no all’azione, all’intenzione, senza farlo sentire inadeguato. Segue anche un’altra frase da non dire “Non essere”. Un bambino ha il diritto di essere tutto, anche monello, la sua condotta deve essere impartita con pazienza, non comandata. Quali altre frasi da non dire?
E’ sbagliato dire ai bambini: “Non esprimere”, “Non farti sentire”, “Non crescere”, “Non sei importante” e “Non stare qui”. Tutti questi moniti in apparenza innocui, iniziano tutti con la negazione di sé stesso. Non si può dire ad un bambino di non fare tutto questo, perché minerebbe la sua natura di esploratore che conosce il mondo: cos’è un bambino che non esplora? Nulla.
Senza dimenticare che non serve nemmeno ripetergli “Pensaci bene”, “Fallo per me” e “Piantala, se no vedi!” Sono tutte intimazioni fatte con buone intenzioni, ma finiscono per favorire lo sviluppo di un atteggiamento insicuro, passivo aggressivo e di amore condizionato. Un bambino deve essere amato a prescindere. Solo in questo modo si sentirà sicuro si esplorare, essere sé stesso, e di vivere senza ansie e preoccupazioni.
Va bene essere premurosi, ma mai la crescita deve diventare motivo di oppressione. Poiché potrebbe sviluppare un attaccamento poco sano che poi si manifesta in un rapporto disfunzionale con gli altri.