A Natale per non fare brutta figura con gli ospiti a tavola è meglio seguire quello che dice il galateo. Quello che c’è da sapere.
Natale è un momento di grande festa che si traduce, come sappiamo, in pranzi e cene con i nostri invitati. Un vero e proprio rito dell’incontro dove i padroni di casa sono i grandi cerimonieri incaricati di far sentire tutti a loro agio.
Il galateo in questo caso assume un significato ben più profondo di una rigida (e un po’ aristocratica) osservanza dell’etichetta. Si tratta piuttosto di qualcosa di simile alla cortesia che, come indica il nome, apparteneva alla «corte» (feudale prima e rinascimentale poi) e indicava il comportamento da tenere nei riguardi del sovrano.
Insomma, essere cortesi coi nostri ospiti significa trattarli con tutti gli onori, come se fossero re o regine. Una certa eleganza cerimoniale, a partire dall’apparecchiatura della tavola, significa omaggiare la persona dell’ospite, vuol dire farla sentire importante e preziosa.
Natale e galateo a tavola, ecco come non fare brutte figure con gli ospiti
Compito non facile quello del padrone di casa a Natale, che espone al rischio di fare brutte figure. Ecco allora cosa consigliano gli esperti di buone maniere come Petra Carsetti (autrice insieme a Carlo Cambi del libro Galatime I e II).
Si parte dalla tovaglia, che deve essere pulita e possibilmente chiara anche se a Natale ci possono stare strappi alla regola (senza strafare: mai come in questo caso la regola d’oro è “less is more“): quest’anno il colore che va è il verde ad esempio. Nemmeno da pensare di usare piatti, posate e stoviglie di plastica o di carta. Meglio il servizio “buono” della nonna o comunque qualcosa che trasmetta bellezza (la cortesia non ha scopi “pratici”).
Quanto al tovagliolo, la posizione corretta è apparecchiarlo a sinistra dopo le posate senza che queste siano posizionate sopra. Il tovagliolo (a strettissimo contatto con la bocca) dovrebbe essere maneggiato il meno possibile, dunque meglio evitare forme complicate (a nastro, ad animale, ad albero di Natale, ecc.) per non parlare delle decorazioni.
A Capodanno il brindisi è d’obbligo: la raccomandazione del galateo però è di non battere i bicchieri e dire “cin cin” (anche se pure in questo caso uno strappo alla regola è concesso, ma in generale spazio alla fantasia).
Dal centrotavola all'”ingrediente segreto”
Attenzione anche al centrotavola: non usiamo fiori troppo profumati perché potrebbero coprire gli odori delle pietanze e dei vini. E anche le candele non devono essere tanto alte e invadenti al punto da ostacolare la conversazione tra gli ospiti. Ma nemmeno devono essere troppo basse (rischiano di cadere o bruciare qualcosa o qualcuno). La norma imporrebbe di accenderle dopo le 18, quando la luce comincia a diradarsi. Vanno comunque accese prima che arrivino gli ospiti e mai spente prima che se ne siano andati tutti via.
A Natale la puntualità è molto apprezzata. Ma se il ritardo non va bene anche il troppo anticipo può essere sgarbato (anche solo un quarto d’ora prima dell’orario prefissato i padroni di casa potrebbero essere indaffarati nei preparativi). Chi vuole presentarsi con qualche dono meglio che concordi con chi lo ha invitato che vino o dolce portare, per evitare di stridere col menu preparato dai padroni di casa.
Su tutto infine regna l'”ingrediente segreto”, il condimento che rende tutto speciale e crea un’atmosfera serena, fatta di di gioia e felicità: l’empatia, la capacità di sapersi mettere nei panni dell’altro, l’ingrediente indispensabile per celebrare alla perfezione il rito antico e sempre nuovo dell’incontro.