Perché le bottigliette di acqua minerale che compriamo in aeroporto costano il triplo di quelle che troviamo nei supermercati?
Il motivo lascia piuttosto allibiti. L’esagerazione del costo dell’acqua in aeroporto è anche figlia di una furbesca trovata per farla pagare di più.
Sarà capitato a tutti di aggirarsi all’interno di un aeroporto con una certa sete addosso. Una sete che però rischia di seccarsi in gola nel momento in cui ci si accorge del prezzo esorbitante di una semplice bottiglietta d’acqua.
In aeroporto infatti l’acqua si paga quasi a peso d’oro. Esageriamo, ma non troppo. Esagerato, piuttosto, è il prezzo dell’acqua negli aeroporti, che supera di tre volte quello praticato nei normali supermercati.
La domanda che sorge spontanea allora è questa: perché l’acqua in aeroporto deve costare il triplo del normale? Da dove nasce allora questa differenza decisamente sproporzionata? Come si giustifica?
Bottigliette d’acqua: perché in aeroporto costano il triplo?
Domande più che legittime, se pensiamo che in aeroporto una bottiglietta di Acqua Panna costa la bellezza di 2,50 euro. Per la stessa bottiglietta al supermercato paghiamo invece 50 centesimi. È possibile una tale sproporzione dovuta solo al fatto di averla acquistata in aeroporto? La risposta non può che essere negativa. Ma succede lo stesso, perché?
Peraltro questi prezzi esorbitanti ignorano del tutto quanto va dicendo da tempo l’Airports Council International (ACI), ovvero l’associazione mondiale degli aeroporti, che raccomanda di non mettere in vendita le bottigliette nelle aerostazioni a un prezzo superiore a 1 euro (che già rappresenta un rincaro del 100% rispetto al costo di una bottiglietta d’acqua venduta in qualunque supermercato).
È cosa nota che il costo eccessivo dell’acqua venduta negli aeroporti, a cominciare da bar e ristoranti, costituisce di fatto una tassa occulta per il consumatore, preso letteralmente per la gola quando, magari davanti alla lunga attesa prima di imbarcarsi per il volo, si vede costretto ad acquistare una bottiglietta d’acqua. A un costo esageratamente superiore ai prezzi praticati all’esterno dell’aerostazione, dove peraltro tutto costa molto di più (panini, bibite, caffè, ecc.).
Ma a tutto, si dirà, c’è un limite. Peraltro le raccomandazioni dell’ACI vengono aggirate con un trucchetto che consiste nel costringere semplicemente i consumatori a comprare confezioni di acqua minerale più grandi del solito, 75 cl. Insomma, alla fine della fiera quel che conta, al di là della forma della bottiglietta d’acqua, è la sostanza: un salasso per il consumatore, che deve pagare a caro prezzo la necessità di placare la sua sete.