In Belize, esistono ancora centinaia di grotte che fungevano da portali per ciò che i Maya chiamavano Xibalba, in luogo in cui dimoravano antiche divinità della morte.
Un territorio spaventoso a cui si può accedere solo in kayak o in canoa, la Barton Creek Cave è situata nel distretto occidentale di Cayo, e lì vi era un antico sito cerimoniale Maya. Coloro che lo visitano si trovano davanti camere simili a cattedrali, formazioni rocciose imponenti e affascinanti reliquie della civiltà Maya.
Se infatti nella piccola nazione centroamericana si trovano centinaia di grotte, molte delle quali i visitatori possono liberamente esplorare, alcune di questo sono molto più che un semplice posto dove fare immersioni in grotta. Al contrario, si tratta di veri e propri percorsi verso Xibalba, il mondo sotterraneo Maya. In sostanza, in Belize esiste quello che per i Maya era considerato l’ingresso agli inferi.
Il turismo nel Belize e la cultura Maya
Il turismo nelle caverne è infatti una delle principali attività del Paese, grazie a cui i turisti esplorano i resti della cultura Maya. Non è stato facile peraltro renderle accessibili al pubblico, e gli archeologi non hanno potuto esplorare praticamente nulla che sia sotto la superficie. Particolarmente significativo nella cultura Maya era infatti il “luogo della paura”, Xibalba (chee-bal-ba), che veniva descritto dal libro della creazione del popolo Q’eqchi’ come il Popol Vuh, una corte esistente sotto la superficie terrestre in cui vivevano gli dei della morte Maya e dove si trovava un crocevia dei vivi e dei morti.
I dei infatti erano molto presenti nella vita dei Maya e controllavano ogni aspetto della realtà, dal clima al raccolto. Si entrava così in queste caverne per rituali importanti come la sepoltura, il salasso e il sacrificio, e gli studiosi ancora oggi continuano a cercare i segni di molti di questi rituali.
L’Actun Tunichil Muknal (ATM), Grotta del Sepolcro di Pietra, è una delle esperienze più forti nelle grotte del Belize occidentale, vicino a San Ignacio. I Maya la consideravano un luogo sacro, e in essa sono custodite le ossa di 13 uomini, donne, bambini e della famosa ” Fanciulla di cristallo “: in un primo momento si pensava che si trattasse di un sacrificio, poi si è scoperto che decenni di atmosferici e calcificazioni avevano conferito alla superficie dello scheletro di una fanciulla un aspetto simile a una gemma. In questo luogo, infatti, molti manufatti e resti Maya sono completamente calcificati, e in questa zona le fotografie e video sono stati vietati dal 2012 al fine di proteggere i manufatti.
Qui i visitatori possono fare una crociera guidata in canoa o nuotare negli inferi della Barton Creek Cave, nelle cui sporgenze un tempo si ergevano luoghi cerimoniali, e lì sono stati i resti di almeno 28 individui, dai bambini agli adulti, insieme a frammenti di ceramica e gioielli. Ma i lavori archeologici sono ancora in corso, e nel tempo potrebbero essere molti di più i resti legati a questa potente civiltà che si espandeva dall’attuale Messico fino a El Salvador.