Il 2024 non inizierà bene per i viaggiatori. Soprattutto per le loro tasche, che dovranno far fronte all’aumento delle tasse d’imbarco.
Ecco quanto dovranno sborsare in più e quali saranno le città coinvolte negli aumenti. La nuova stangata è una vera beffa per i passeggeri.
Tasse d’imbarco aeroportuali, nel 2024 aumenteranno. Lo ha confermato il testo della manovra di Bilancio approdato due giorni fa in Parlamento, dove l’iter di approvazione partirà dal Senato.
Nei 109 articoli (e 6 allegati) del provvedimento da 24 miliardi trova spazio infatti anche l’articolo 80 che avrà conseguenze dirette per i passeggeri dei voli aerei che viaggiano attraverso gli aeroporti italiani. In particolare aumenteranno appunto le tasse d’imbarco in alcuni comuni. Ma di quanto e in quali comuni?
Quando parliamo di tassa d’imbarco degli aeroporti ci riferiamo a un costo aggiuntivo nel prezzo finale dei biglietti dei voli aerei. L’importo di questa tassa è variabile, dipende dall’aeroporto. A Roma e Venezia, per esempio, la tassa d’imbarco comporta un costo aggiuntivo rispettivamente di 7,5 e 9 euro sul biglietto dell’aereo. In altri aeroporti nostrani la tassa d’imbarco invece è pari a 6,5 euro.
L’articolo 80 della nuova legge finanziaria – denominato “Sostegno finanziario per enti al termine della procedura di dissesto finanziario” – dà ai comuni la possibilità di istituire un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero, entro il limite massimo di 3 euro.
Quali saranno i comuni che potranno aumentare le tasse d’imbarco? Quelli che fungono da capoluogo di città metropolitana e che entro il 31 dicembre 2023 saranno riusciti a completare la procedura di risanamento quinquennale, una procedura che va iniziata dopo la stesura dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.
Questi comuni si vedranno anche assegnare un contributo di 10 milioni di euro per ognuno degli anni compresi nel periodo 2024-2038. A determinare la distribuzione del contributo sarà il disavanzo finanziario emerso dal rendiconto del 2022. Andrà trasmesso entro la data del 31 dicembre 2023 alla banca dati delle amministrazioni pubbliche (Bdap).
Come è facile intuire, l’aumento delle tasse d’imbarco è destinato a fruttare lucrosi introiti aggiuntivi ai comuni. Meno contenti saranno invece i passeggeri, che rischiano di dover fronteggiare ulteriori rincari dei biglietti aerei. Ricordiamo solo che nel 2023 i biglietti in media sono aumentati del 40%, con picchi del 70%.
Un caro voli giustificato con l’aumento del carburante (+45%) ma che ha convinto poco il Garante dei prezzi. A luglio si era addirittura ventilato un intervento del ministero delle Imprese e del made in Italy per calmierare i prezzi. Adesso però è arrivata quella che si preannuncia come una vera beffa, oltre che un’ulteriore stangata per i viaggiatori.
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