Arrivano gli occhiali che permettono di guardare attraverso gli oggetti. Che fine farà la nostra privacy? Ecco come funzionano.
Il nuovo dispositivo per il momento potrebbe tornare utile in diverse attività, facilitando il compito degli addetti impegnati a rintracciare alcuni oggetti.
Una vecchia legge non scritta suggerisce che parlare troppo di una cosa è un atteggiamento sospetto. Come capita quando qualcuno vanta innumerevoli conquiste sentimentali. Si sa: chi dice troppo non fa. Non vale solo in amore. Nel nostro tempo si parla tanto di rispetto della privacy. Eppure si moltiplicano le innovazioni che sembrano andare esattamente nella direzione opposta.
Questo sembra essere il caso dell’ultimo tecno-prodotto. Che direste se esistessero occhiali capaci di vedere attraverso gli oggetti? Altro che privacy!
Bene, qualcosa di simile è capace di farlo l’ultima creazione del prestigioso Mit, il celebre Massachusetts Institute of Technology che ha sede a Cambridge negli Stati Uniti. Ma attenzione, non si tratta di raggi X.
Le fervide menti degli ingegneri del Mit hanno creato “X AR”: un visore per la realtà aumentata in grado di trovare un oggetto anche se dovesse essere nascosto all’interno di uno scatolone oppure sepolto in mezzo a una pila di altri oggetti.
Si tratta di occhiali che permettono di individuare un oggetto nascosto all’interno di una scatola di legno, cartone o plastica. A condizione che l’oggetto da individuare sia dotato di un’etichetta Rfid (identificazione a radiofrequenza), un chip sottile dotato di un’antenna.
Ma come funziona esattamente questo nuovo visore a radiofrequenza? Dopo averlo indossato, sullo schermo appare un menu all’utente, chiamato a scegliere l’oggetto da cercare. Mettiamo che si tratti di una giacca blu. Per trovarla il visore andrà a emettere un segnale Wi-Fi in grado di attivare l’etichetta a radiofrequenza della giacca blu nel raggio di 3 metri. Una volta “attivata”, l’etichetta risponderà emettendo a sua volta un segnale che giungerà al visore anche se la giacca dovesse essere nascosta in una scatola o coperta da altri oggetti.
La tecnologia usata dal visore è la stessa utilizzata dagli aerei per la planimetria a terra, ovvero il radar ad apertura sintetica. L’antenna del visore gli permette di fare misurazioni da diversi punti di osservazione quando l’utente si sposta all’interno della stanza. In questa maniera riesce a mappare l’ambiente per determinare la posizione di un oggetto all’interno della stanza.
Una volta avvenuta la localizzazione dell’oggetto, questo si vede circondare da una sfera trasparente che permette all’utente di vedere dove si trova. A questo punto il visore proietta la traiettoria verso l’oggetto da trovare sotto forma di passi sul pavimento capaci di aggiornarsi in maniera dinamica durante la camminata dell’utente. Il dispositivo si è dimostrato capace di tracciare un oggetto con una precisione del 98,9%, affermano gli scienziati del Mit.
In futuro, dicono gli ingegneri, il visore potrebbe aiutare i magazzinieri a trovare in fretta gli articoli sugli scaffali o nelle scatole, individuando un articolo quando è confuso insieme a diversi altri. Ma potrebbe tornare molto utile anche nelle fabbriche, dove potrà aiutare gli operai a capire quali sono le parti corrette per assemblare i prodotti.
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